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A Riccione

Maggioranza e M5S uniti per "sorvegliare" l'inceneritore

In foto: l'inceneritore di Raibano
l'inceneritore di Raibano
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 22 gen 2019 16:28
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La Maggioranza Consiliare e il Movimento 5 stelle di Riccione uniti per aprire una riflessione sull’inceneritore di Coriano. Insieme presenteranno una mozione in Consiglio Comunalesui  risultati emersi dalla ricerca sulla sostenibilità della gestione rifiuti, commissionata al Dipartimento di Scienze e metodi dell’Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Anche se i valori riscontrati dai campionamenti di questi anni confermano la presenza delle concentrazioni degli inquinanti all’interno dei limite di legge (previsti dal D.Lgs. 152/06 e successivi aggiornamenti), i dubbi sorti dallo studio vanno direttamente alla fonte del metodo sopra il quale si è creato tutto il sistema dello smaltimento dei rifiuti” dicono in una nota congiunta.

I dati sono emersi da una serie di monitoraggi e di carotaggi su terreno svolti dai ricercatori per verificare le ricadute dell’impianto sui terreni, le acque e nell’aria.

Tra le richieste della mozione: maggiori controlli da parte degli enti preposti, verifica di possibili correlazioni tra malattie oncologiche ed emissione di fumi, con tanto di studio epidemiologico richiesto all’Ausl, revisione da parte del Ministero dei limiti di concentrazione e ampliamento del range delle sostanze campionate. 

La diatriba nasce in quanto il metodo LCA – Life Cycle Assessment – utilizzato dalla Regione, sul quale il Piano Regionale stesso poggia, non ha tenuto conto dei parametri indicanti le ripercussioni ed effetti tossicologici sulla popolazione, soggetta alla presenza del termovalorizzatore, ma concentrandosi solamente sul vantaggio di recupero di materia ed energia. Gli stessi studi del progetto “Moniter”, un progetto nato come strumento di controllo per gli effetti derivanti sulla popolazione dai gas emessi al camino, non riescono ancora a “stabilire l´effettivo rapporto causale tra esposizione ed effetti misurati”.

Infatti “per valutare quanto e con quali conseguenze quelle popolazioni siano esposte alle emissioni degli inceneritori e termovalorizzatori, sono dunque necessarie rilevazioni mirate, che prevedano l´individuazione della popolazione residente nelle aree di indagine, l´analisi delle caratteristiche socio-demografiche e l´attribuzione di livelli di esposizione all´inquinamento da inceneritori e da tutte le fonti presenti nell´area”-

 

(Fonte Arpae)

 

La mozione sulla quale sarà chiamato ad esprimersi il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta ad adoperarsi per chiedere:

 

  • agli enti preposti ( ATERSIR e ARPAE) un maggiore controllo, consigliando una cadenza bisettimanale, al fine di monitorare, come ribadito nella ricerca Unimore, in maniera puntuale e marcata le emissioni del Termovalorizzatore di Coriano potenziando, cosi, anche il progetto “Moniter” e  “progettare una campagna di misura tali da poter misurare anche le piccole concentrazioni da eseguirsi integrata ad uno studio modellistico mirante ad individuare la presenza del pennacchio nelle differenti condizioni meteorologiche e le interferenze di altre fonti” come scritto nelle conclusioni finali dello studio universitario;
  • all’Azienda Unità Sanitaria Locale di consultare gli elenchi delle patologie oncologiche, avvenute nel territorio, al fine di verificare le correlazioni tra salute ed emissioni dei fumi postcombustione attivando, di conseguenza, anche uno studio epidemiologico;
  • al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare la revisione dei limiti di concentrazione delle sostanze presenti all’uscita dai camini;
  •  un ampliamento del range di campionamento a tutte quelle sostanze ancora non presenti nello spettro d’interesse dei vincoli ministeriali, come sottolineato dai ricercatori di UNIMORE.