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tragedia sfiorata

Dalla Francia a Riccione per prendere a bottigliate l'anziana madre

In foto: repertorio
repertorio
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 16 gen 2019 14:54 ~ ultimo agg. 15:34
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“Tu e papà mi dovete lasciare in pace, non voglio più avere alcun tipo di rapporto con voi”. Sono state queste le ultime parole pronunciate da un 45enne riccionese all’indirizzo dell’anziana madre prima di colpirla in testa, per ben due volte, con una bottiglia di vetro. Si è sfiorata la tragedia ieri notte a Riccione, quando un 45enne del posto, partito in treno in mattinata dalla Francia, dove attualmente vive, si è presentato a casa degli anziani genitori aggredendo e colpendo con inaudita violenza la madre 70enne, rimasta a terra tramortita con una profonda ferita alla testa e una frattura alle mani (per lei 30 giorni di prognosi). Poi è stato lo stesso figlio a chiamare il 118. Il padre, che in quel momento si trovava in garage, non ha potuto evitare l’aggressione e quando è salito in casa ha trovato la moglie distesa a terra.

Dopo l’arresto in flagranza da parte dei carabinieri di Riccione, il 45enne (assistito dall’avvocato Massimiliano Cornacchia) questa mattina è comparso in tribunale, dov’è stato giudicato con rito abbreviato. Al giudice ha raccontato, seppur in maniera un po’ confusionaria, dei continui litigi con i genitori, con i quali ha un rapporto tormentato da anni. L’uomo, che anni fa ha scelto di vendere la sua casa a San Leo e di spendere i soldi incassati per fare il giramondo, non accettava le continue pressioni dei genitori per farlo ritornare nella sua Riccione. “Mi fanno spiare da un detective privato”, avrebbe detto al giudice.

Così, dopo l’ultima furiosa litigata al telefono, il 45enne avrebbe preso il primo treno disponibile in partenza dalla Francia per dirigersi a casa della madre, dove vivono gli altri due cani che l’uomo avrebbe voluto portare via con sé. Nessun pentimento per aver quasi ucciso l’anziana madre. Motivo ulteriore per cui il giudice ha deciso di usare il pugno duro, condannandolo a tre anni e sei mesi di reclusione e infliggendogli il divieto di dimora in Emilia Romagna e di avvicinamento ai genitori. In attesa dell’Appello, il 45enne è stato però rimesso in libertà. 

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