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La tutela degli anziani

Quasi 10mila gli anziani soli. Record di iscritti al centro sociale di Viserba

In foto: anziani
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 13 dic 2018 15:08 ~ ultimo agg. 17 dic 15:32
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Sono quasi 10mila gli anziani che a Rimini vivono da soli: precisamente 9.718. L’ex circoscrizione 5 – che comprende Rivabella, Viserba, Viserbella, Torre Pedrera, Celle, Santa Giustina,San Martino in Riparotta, Borgo Nuovo- è la più anziana, ma il record degli ultraottantenni va alla numero 2.

I centri anziani nel riminese – ospitati in immobili pubblici comunali concessi dall’Amministrazione – sono 12: 2500 gli iscritti che li frequentano, con una media all’interno di ogni circolo di circa 250, arrivando anche a punte di più di 500 tesserati in realtà storiche come quella di Viserba. Il numero di cittadini coinvolti, ma non tesserati, è comunque molto più alto e comprende tutti quei cittadini, almeno il doppio, che usufruiscono o partecipano alle attività proposte dai diversi centri.

Sono invece più di 2.600 gli anziani in carico ai servizi, di cui circa 500 inseriti in struttura e altrettanti sostenuti tramite gli assegni di cura. I servizi a sostegno della terza età sono tanti, e vanno da quelli prettamente assistenziali a quelli di sostegno economico, da quelli associativi e ricreativi a quelli legati ai trasporti. Per conoscerli meglio il Comune di Rimini ha partecipato alla realizzazione di un libretto, porta di accesso ai diversi servizi territoriali relativi al mondo legato agli anziani della nostra comunità. La guida è consultabile e scaricabile all’indirizzo:  http://bit.ly/2Gf28Cs

“I recenti casi di cronaca sui maltrattamenti di anziani in una casa famiglia – è il commento di Gloria Lisi, Vicesindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini – hanno riportato al centro dell’attenzione il tema della tutela e dell’assistenza, in particolare degli anziani soli”. Sottolineando gli investimenti dell’amministrazione sul sostegno alla terza età la Lisi spiega: “Cambiare le leggi, come ho detto qualche giorno fa, si può e se di vese se ci si rende conto che queste stesse leggi producono storture e dolore. Ma non va dimenticata allo stesso modo la rete di welfare e di sostegno dell’intera comunità a protezione dei soggetti sociali più fragili, che lavora quotidianamente su migliaia di persone facendole sentire appunto parte integrante della vita di tutte le nostre città”.