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In ricordo

A Misano un monumento per ricordare Angelini, Zoboli e Gentilini

In foto: foto di gruppo
foto di gruppo
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 2 dic 2018 17:16
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Celebrazione forte di emozioni ieri a Misano per ricordare tre cittadini che hanno dato lustro alla comunità. Alla presenza del Presidente della Provincia di Rimini Riziero Santi, del Sindaco Stefano Giannini e di un centinaio di cittadini sono stati scoperti i monumenti a Alfiero Gentilini, Roberto Angelini e Giovanna Zoboli. Commoventi gli interventi a ricordo delle tre personalità da parte dell’emerito Procuratore della Repubblica Franco Battaglino, di Grazia Nardi e di Sergio Morotti.

Le tre figure

Roberto Angelini, giovane ed apprezzato Amministratore, è stato Assessore Comunale alla pubblica istruzione, cultura e turismo dal 1975 al 1979. Ricordiamo il suo impegno per la qualificazione delle scuole materne, dell’asilo nido, per i comitati di gestione, per lo sviluppo sociale, civile e culturale della nostra comunità. La sua carica di volontà e di passione umana ha lasciato un segno indelebile in tutta la cittadinanza misanese.

Giovanna Zoboli, prima Consigliere Comunale donna del nostro Comune, vi rimase dal 1951 al 1975. Il suo impegno per la tutela dei diritti delle donne, della famiglia e dell’infanzia è ancora presente nel ricordo dei cittadini. Grazie alla sua volontà nel 1972 venne istituito il primo consultorio oncologico per la prevenzione del tumore uterino e fu grazie al suo impegno che il consiglio comunale nel 1971 approvò l’apertura di tre scuole dell’infanzia comunale e nel 1976 del Nido Comunale.

Dottor Alfiero Gentilini è stato una figura di grande rilievo per la nostra comunità. Fu medico condotto e medico degli enti mutualistici che estesero l’assistenza sanitaria a un numero sempre maggiore dei cittadini. Accanto a una solida preparazione scientifica affiancò una disponibilità totale verso le persone che richiedevano il suo aiuto, le sue cure. La sua enorme generosità, il suo essere popolare, il suo essere amico di tutti i pazienti lo hanno identificato con la comunità stessa di cui si prendeva cura.