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Usura: a Rimini confische per 10 milioni nel 2017

L'incontro al museo della Città

Visita riminese per il Commissario Straordinario del Governo per il Coordinamento delle Iniziative Antiracket e Antiusura, Prefetto Domenico Cuttaia, che ha incontrato il mondo istituzionale, quello creditizio e le associazioni di categoria. Un incontro tenuto al Museo della Città, voluta dal Prefetto di Rimini Alessandra Camporota. Obiettivo: dare nuovo impulso all’elaborazione di concrete azioni di contrasto al fenomeno usura, partendo dal protocollo territoriale esistente. Un fenomeno ricorrente quello dell’usura nel riminese: è di pochi giorni fa la notizia di un maxi sequestro a un pensionato riminese che aveva prestato a usura centinaia di migliaia di euro a professionisti e imprenditori riminesi.

Presenti all’evento anche il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi e il Procuratore della Repubblica di Rimini Elisabetta Melotti che ha sottolineato come il fenomeno dell’usura sia presente nel riminese e il rischio di infiltrazione criminale sia particolarmente elevato.

La Melotti ha dato dei dati precisi: vi è a Rimini una media annua di circa una decina di procedimenti legati all’usura e che le relative indagini, che spesso rivelano collegamenti con organizzazioni mafiose storiche, hanno portato nel solo anno 2017, confische per dieci milioni di euro.

Sottolineata anche la presenza di quella che il Procuratore della Repubblica ha definito “usura di vicinato o di quartiere” che interviene rapidamente, per somme che nell’immediato non risultato essere particolarmente elevate, “in favore” di soggetti in difficoltà apparentemente temporanea, come ad esempio quelli delle sale da gioco.

Si è parlato anche di sostegno alle vittime. Al riguardo il Prefetto Cuttaia ha ricordato i fondi esistenti per il sostegno alle vittime e sottolineato l’importanza della denuncia da parte della vittima, per l’accesso stesso ai fondi. A fronte di 32 milioni di euro erogati in Italia alle vittime, l’Emilia Romagna – ha sottolineato Cuttaia – ha registrato solo tre denunce, con l’elargizione di 104 mila euro.

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