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martedì 23 aprile 2024
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"Fermiamo il nostro calcio".

Rimini FC. La proposta di Giorgio Grassi alla Lega Pro: "Fermiamo il nostro calcio"

In foto: Giorgio Grassi
Giorgio Grassi
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 7 nov 2018 16:54 ~ ultimo agg. 8 nov 16:30
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Ecco l’intervento integrale del presidente del Rimini FC, Giorgio Grassi, di martedì, durante l’Assemblea Elettiva della Lega Pro:

“Oggi sento l’obbligo di intervenire, vincendo un mio naturale riserbo, per esprimere pochi ma significativi concetti. Viviamo il tempo più buio e critico del nostro “Sistema Calcio”, dove le vittime sacrificali predestinate da tempo siamo noi, la Terza Serie. È però tempo di riprendere in mano il nostro destino e il nostro futuro, che ci vengono sottratti continuamente da altri che decidono per noi.

Questa “Lega” è nostra, di noi onesti e rispettosi, la maggioranza assoluta, che vogliamo essere governati da leggi eque, giuste e sopportabili, ma anche ferree, perché un sistema senza leggi, controlli e sanzioni è destinato al collasso e al caos attuale. Essere qui, per me e tantissimi altri colleghi, è costato sangue, sudore e lacrime. E, naturalmente, svariate centinaia di migliaia di Euro.

Non ci faremo sottrarre questo privilegio che onora le nostre città, appassiona migliaia di tifosi e sostenitori e si prende cura di migliaia di bambini che si avvicinano a questo bellissimo sport attraverso tutte le società dilettantistiche del territorio che si affiliano a noi. Tra queste, tra l’altro, annoveriamo la più grande accademia formativa di Toronto in Canada, un’area metropolitana di 8 milioni di abitanti.

Questa Lega è nostra e chiediamo a chi ci governerà di tutelare, sino allo stremo, i nostri legittimi interessi. Lo potremo fare solo se saremo integri, responsabili e portatori di valori inattaccabili. E diciamolo: basta parlare mettendo al centro il nostro “Io” ed il nostro “Particulare” guicciardiano.

Negli incontri con i colleghi sento risuonare troppi “Io”, con questa mentalità non otterremo mai nulla. Mettiamo al centro gli interessi di tutti, alla fine saranno anche quelli della nostra bottega.

Basta con il governo che ci tratta come un bancomat, un terzo del nostro bilancio se ne va in Iva, Irpef, Inps, Irap e altri balzelli. Basta certificazioni di bilancio, revisori dei conti, neanche fossimo quotati in borsa.

Basta con un sistema della sicurezza che criminalizza il calcio e gli appassionati: i ricavi del botteghino non coprono neanche i costi. Basta Gos, Slo, Steward a go go, con gente che fruga nelle borsette delle signore e dispiegamento delle forze di polizia neanche fosse in corso una guerra civile. Basta con il costo del lavoro insostenibile.

Basta con una giustizia che funziona solo per castigare ogni errore formale, un altro bancomat che non sanziona società totalmente inadempienti e, per qualche errore formale, commina sanzioni insopportabili, vedi Santarcangelo lo scorso anno e Monopoli quest’anno.

Basta con un sistema dove la Serie A viaggia in prima classe, pasteggiando a caviale e champagne, e a noi che viaggiamo nella stiva non gettano neanche gli avanzi. Se dobbiamo morire ce lo dicano, ma ci lascino almeno scegliere come. Diamo a questo nuovo governo 2 mesi. Personalmente prenoterò una camera a Londra, da adesso e per il tempo necessario, perché dobbiamo vigilare per portare a casa quello che vogliamo a oltranza, perché c’è gente che ci vuole fregare di nuovo.

Basta con il nostro professionismo dove giocano quasi 1.600 giocatori dei quali la maggioranza sa solo dare dei gran calcioni e spedire il pallone più lontano possibile.

Basta con la morìa delle società, sono già oltre 160 negli ultimi 15 anni: in Emilia Romagna, regione dalla quale provengo, sono tutte fallite almeno una volta. In alcuni casi anche 2 o 3 volte, e vi risparmio l’elenco per carità di Patria. Se non si vedranno a brevissimo risultati concreti, propongo non si cominci il girone di ritorno, tecnicamente una serrata, tanto a giocare in queste condizioni le società non faranno che aumentare le loro perdite.

Fermiamo il nostro calcio, fermiamo l’Italia pallonara delle piccole città. Dobbiamo diventare un problema europeo, l’unico paese della Ue che non riesce neanche ad organizzare e gestire un campionato di calcio, figuratevi il resto. Basta essere definiti e chiamati “Giganti ed eroi”, qualche vecchio saggio diceva “Beato il paese che non ha bisogno di eroi”.

Da Romagnolo, come soleva dire qualche anno fa l’assessore di Roncofritto impersonato dal comico Paolo Cevoli, dico: fatti, fatti, fatti e non p…!!!

Giorgio Grassi, presidente Rimini F. C.”

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