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sabato 20 aprile 2024
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Calcio C girone B

Punture di spillo. Podio e contropodio dopo Rimini-Virtus Verona 1-0

In foto: Francesco Scotti leva dall'incrocio la punizione di Alba (ElevenSports)
Francesco Scotti leva dall'incrocio la punizione di Alba (ElevenSports)
di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 25 nov 2018 22:01 ~ ultimo agg. 26 nov 17:22
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PUNTURE DI SPILLO
di Nicola Strazzacapa

IL PODIO
1) Secondo successo interno consecutivo, terzo in sei gare in quel Romeo Neri ancora mai violato: lo stadio amico è più che amico per capitan Scotti e compagni, un Rimini Doctor Jeckyl & Mister Hyde che nel catino di Piazzale del Popolo viaggia a ritmo playoff. La speciale classifica casalinga vede infatti i biancorossi a quota 12, sesti alle spalle di Fermana, Triestina, Vicenza, Feralpisalò e Imolese, con una partita in meno di tutte le rivali (alabardati a parte) e potenzialmente secondi solo ai canarini marchigiani. Di riffa o di raffa, al “Neri non si passa” e anche senza incantare si mette sempre qualcosa in saccoccia: grazie soprattutto alla testa giusta, visto che nei 540 minuti “riminesi” la squadra è sempre stata in partita, quando in trasferta vi esce un po’ troppo spesso. Sintetico e pubblico di certo sono alleati preziosi per fare un campionato importante bisogna alzare i giri del motore da viaggio. Fortino biancorosso.

2) Un bel destro a giro di Momenté e una punizione dai 25 metri sui titoli di coda su cui capitan Scotti è tornato a vestire panni e guanti da San Francesco: a una Virtus Verona parsa tutt’altro che una macchina da gioco si sono concesse davvero le briciole e di questi tempi non è per fortuna una novità. La difesa a quattro e la rinuncia a una punta imposte da Acori si sono infatti tradotte in quattro gare su cinque con la porta immacolata, le ultime tre consecutivamente: quasi un miracolo considerando che nelle prime sette si erano incassati dodici gol, quasi due a partita. Anche in questo caso con un ruolino antitetico casa-trasferta: al Neri otto reti fatte e quattro subite in sei sfide, lontano da casa quattro centri infilati e dodici sberle in altrettanti turni. Prendiamoci comunque il buono, la porta sbarrata muove sempre la classifica. Da gruviera a bunker.

3) La premessa è d’obbligo, la fortuna bisogna andarsela a cercare e pensare sempre positivo è un ottimo punto di partenza per ogni successo. In Leonardo Acori c’è un po di tutto questo: l’antico adagio “aiutati che il ciel t’aiuta”, la canzone di Jovanotti, il celebre “oc, pazienza e bus de cul” di Arrigo Sacchi. Alzi la mano chi non ha pensato a uno dei tre quando sul gong i difensori veneti hanno spalancato l’autostrada della gloria sul sinistro di Badje dopo aver quantomeno osservato perplessi (eufemismo) il suo ingresso in campo in una partita bloccatissima e con occasioni rare quasi quanto un Gronchi Rosa mentre Cicarevic e Cecconi restavano a scaldarsi alla bandierina. Ben venga la “fortuna” di Leo (altro eufemismo), che a Rimini pare particolarmente ispirata, ma sarebbe ingeneroso ridurre tutto a questo: una volta può essere un caso, quando le cose si ripetono si deve parlare anche di intuizioni e coraggio nell’affidarsi a un ragazzino esordiente rinunciando a giocatori più navigati. Non è solo Lato B.

IL CONTROPODIO
1) Se la porta di Scotti si sta trasformando in un bunker, quelle avversarie non se la passano
molto peggio: l’altra faccia della medaglia di una solidità ritrovata è una produzione offensiva con il contagocce. I cinque turni autografati Leonardo Acori parlano infatti di appena tre gol subiti, ma anche di altrettanti fatti. Quelli che hanno deciso le gare con la Fermana e la Virtus Vecomp Verona arrivati grazie a un’autorete (dopo una superba combinazione Candido-Simoncelli, è sempre bene ricordarlo) e alla gentile concessione dei difensori veneti. Il terzo è un’incornata prepotente di Ferrani su calcio di punizione dello stesso Candido. Manca ancora una rete di quelle da far saltare sui seggiolini, ma la concretezza è quantomeno benaugurante in un campionato dalla classifica cortissima, con partite decise quasi sempre dagli episodi e sorprese costantemente dietro l’angolo. Le case si costruiscono dalle fondamenta e il buon Leo è dovuto partire da dietro, ora lo aspettiamo sempre più nella metà campo avversaria, dove i quattro giocatori offensivi devono iniziare a produrre di più. Stitichezza!

2) Restando in tema, gli attaccanti, si sa, dipendono sempre dai compagni. Ancor più in Serie C, dove non ci sono certo Ronaldo o Messi in miniatura. Il dato che più stupisce di questo periodo biancorosso è l’assenza totale di quelli biancorossi dai tabellini dei marcatori: l’ultimo gol di un bomber resta quello inutile di Cecconi nei minuti di recupero di Imola, da allora lo zero assoluto o poco più, considerando quantomeno la compartecipazione di Volpe nell’1-0 alla Fermana. Dopo due anni con un fantasista, due punte e due esterni iper arrembanti, ci vuole tempo per rodare nuovi schemi e meccanismi offensivi e Acori attende ancora il primo sigillo di un suo puntero. Non può non apprezzarne abnegazione e spirito di sacrificio (vedi gli spiccioli di gara dello stesso Cecconi da laterale pitbull al posto di Guiebre), per continuare a risalire la corrente verso lidi più gratificanti saranno però fondamentali i loro gol. Polveri bagnate.

3) A.a.a. cercasi qualità. E qui il discorso è complessivo, non solo biancorosso. A un terzo del cammino le idee sul campionato iniziano a farsi più chiare e di lustrini in giro ce ne sono davvero pochi. Anche fra le big o presunte tali. È un torneo, brutto, sporco e cattivo, con le gare che si decidono più per uno sgorbio che per un’intuizione, pochi artisti della giocata e tantissimi operai. Ecco perché, tornando a Rimini, chi ha piedi educati deve prendersi più responsabilità: non ci sono Ricchiuti in rosa, ma per aggiungere qualche pennellata di colore al blu delle tute da officina basta anche meno. Forza e coraggio! A buoni intenditori…

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