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venerdì 29 marzo 2024
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Chi sale sul podio biancorosso?

Punture di spillo. Podio e contropodio dopo Rimini-Fermana 2-0

In foto: L'autorete di Clemente che vale il vantaggio al Rimini (ElevenSports)
L'autorete di Clemente che vale il vantaggio al Rimini (ElevenSports)
di Icaro Sport   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 11 nov 2018 23:34 ~ ultimo agg. 12 nov 14:54
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PUNTURE DI SPILLO
di Nicola Strazzacapa

IL PODIO
1) Lo dice anche l’inno Rimini vai, “al Neri non si passa…” e in questo avvio di stagione sulle montagne russe l’unica vera costante è proprio questa: il 2-0 alla Fermana capolista interrompe un digiuno di otto gare senza vittorie e allunga infatti a cinque la striscia di imbattibilità del vecchio malandato catino di Piazzale del Popolo. In Riviera sono scese tutte le big, nessuna è tornata a casa a pancia piena e il popolo biancorosso anche oggi ci ha messo del suo dopo il post ko di Gubbio: incitato a più riprese a spingere la squadra anche da Leo Acori, ha risposto come sempre presente e acceso il calumet della pace con un “vi vogliamo così!” ripetuto a più non posso sui titoli di coda. Più che uno stadio un fortino!

2) Secondo gradino del podio proprio per la difesa, uno dei punti interrogativi più grandi di queste prime dieci giornate. Nella gara verità il tecnico ha scelto l’esperienza e schierato in linea i suoi quattro potenziali centrali e per una domenica capitan Scotti ha dormito sonni tutto sommato tranquilli: un paio di belle parate, una un po’ per i fotografi, e pochi veri brividi lungo la schiena. Retroguardia a parte, ognuno ci ha messo il suo mattoncino, a partire dal tandem d’attacco e giù giù a scalare, con una menzione speciale per Danso: parso un po’ spaesato nei primi spezzoni, ha sfruttato in pieno l’occasione e risposto alla chiamata con fisicità, sostanza, chiusure, tackle, incornate e, col passare dei minuti, crescente personalità. Il bunker ritrovato.

3) Sul podio non può mancare ovviamente lo stesso Acori, che inizia a plasmare pian piano la sua nuova creatura. Esperienza dietro, freschezza in mezzo al campo, nuove rotte in costruzione: una volta liberatasi dalle sue paure, la squadra ha iniziato a giocare palla a terra sull’asse Montanari-Candido-Simoncelli-Guiebre, con i due esterni chiamati a lasciare la fascia e a tagliare davanti a Volpe per dare giocate in velocità sulla trequarti. Il mister di Tordandrea è sempre stato più amante della fase offensiva che di quella difensiva e c’è da scommettere che dopo i “for-za Ri-mi-ni!” presto si torneranno a sentire echeggiare dagli spalti gli indimenticabili “Leo, Leo, Leo la-la-la-lalla-la”.

IL CONTRO-PODIO
1) Sono fantasmi e paure i primi avversari dei biancorossi e i primi 35 minuti con la Fermana lo hanno ribadito. Senza la spavalderia delle prime gare, questa squadra fa una fatica dannata a produrre occasioni da rete e la fase offensiva si incarta troppo. È normale che una squadra abituata a stravincere sia in difficoltà nelle difficoltà, ma i tre punti di ieri dovrebbero essere la medicina giusta per un taumaturgo d’autore come Acori. Operazione Ghostbuster.

2) Partita maschia doveva essere e partita maschia è stata. Per una volta, ben vengano dunque i tanti cartellini gialli. Specie quelli di Montanari e Danso, figli di due robusti tackle. Meno quelli per proteste e reazioni varie. In un campionato tanto equilibrato ogni dettaglio può fare la differenza. Pericolo giallo.

3) Se il Romeo Neri è un bunker, il Rimini da viaggio è per ora un pianto: due punti in cinque gare e doppia scoppola a Imola e Gubbio nella tana non certo di due big. Eccolo il nuovo step di crescita e il derby di Ravenna pare l’occasione d’oro. Alla conquista del Benelli!

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