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La Basilica apre le porte all'opera musicale dedicata al Santo Ronconi

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 21 nov 2018 16:56 ~ ultimo agg. 17:37
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Un’opera musicale interamente dedicata al Santo Ronconi. Sabato 24 novembre, alle ore 21, in Basilica a Rimini, risuoneranno le note di “Santo Amato il pellegrino delle stelle”. Organizzata dalla Diocesi di Rimini e dal Comune di Saludecio, la serata è l’occasione per riaprire le porte del Duomo (ingresso ad offerta libera) ad un’opera e al grande pubblico. L’opera musicale dedicata a Sant’Amato vedrà la partecipazione di 12 coristi giovanissimi (di età dai 19 ai 30 anni), di un direttore di coro altrettanto giovane, nonché qualificato (Irene Placci Califano, 24 anni), e di 24 musicisti diretti dal maestro Fabio Masini, compositore dell’opera su libretto di Silvia Bernardi, grazie anche alla intermediazione informatica di Alex Russo, 20 anni (anche clarinetto dell’orchestra).

Nato nel 1225 e morto attorno al 1292, Sant’Amato è una figura modernissima e affascinante, la cui vita sembra un romanzo. Proveniva da una ricca famiglia di Saludecio, rimasto presto orfano, ha trascorso la giovinezza con la famiglia del fratello Giacomo. Deciso a vivere secondo il Vangelo, si dedicò in un primo tempo all’accoglienza dei poveri e dei pellegrini costruendo per loro un ospizio sul Monte Orciale. Donate poi tutte le sue sostanze ai poveri, si ritirò ad una vita di rigorosissima penitenza. Compì ben quattro pellegrinaggi alla tomba dell’apostolo Giacomo a Compostela, e morì nel corso del quinto. Papa Pio VI ne confermò il culto nel 1776, Papa Francesco lo ha canonizzato il 23 novembre 2014.

“Sant’Amato, pellegrino delle stelle” porta anche un secondo significativo sottotitolo: opera paese. “Da quando, nel 2017, è nata l’idea dell’opera, tutta Saludecio si è buttata in questa sfida, a partire dall’amministrazione – assicura il sindaco Dilvo Polidori -. Tutte le associazioni e la parrocchia si sono messe a disposizione. Sant’Amato per Saludecio è molto più di un simbolo (inserito nello stemma comunale). Ci rappresenta”. “La gente ancora lo chiama il Beato Santo Amato, tanto per comprendere il grado di familiarità che ha con il Ronconi  – fa notare il parroco di Saludecio, don Tarcisio Giungi -. Il fervore e il clima nei confronti del Santo si esprime in aspetti pastorali, in un clima diffuso, in opere e iniziative sociali a lui dedicate come i sentieri. L’opera mette in strada il pellegrino attraverso la musica”.

L’opera ha avuto quasi due anni di gestazione, fino ad arrivare alla ‘prima’ a Saludecio, due giornate da tutto esaurito sabato 30 giugno e domenica 1 luglio 2018. “La vita umana di Amato è piena di avvenimenti – aggiunge il compositore Fabio Masinie fa di un piccolo paese una storia universale. L’opera viene portata in scena in forma di presepe”. Per il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, Amato può essere ricompreso in tre parole: penitenza, povertà e pellegrinaggio. “Penitenza, perché ha scelto una vita rigorosissima per arrivare ad un bene più alto. Povertà, perché il denaro è un mezzo, non il fine della vita, e va utilizzato per il meglio e per il bene comune, proprio come ha fatto Amato. Pellegrinaggio, in cammino verso una patria definitiva che non è questa, e con gli occhi rivolti al cielo, ad ammirare le stelle, e non solo a ciò che si calpesta”.