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ictus in treno

Ictus mentre viaggia in treno. 43enne salvato dalla prontezza dei soccorsi

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 7 nov 2018 13:16
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Grazie alla prontezza e lucidità della propria compagna e all’attivazione immediata della “catena del soccorso”, un 43enne marchigiano ha salva la vita. Qualche giorno fa l’uomo stava viaggiando in treno verso Bologna quando è stato colto da ictus in treno. Poco prima della stazione di Rimini ha iniziato ad avere alcuni dei sintomi tipici della patologia che sono: difficoltà a parlare e a muoversi e bocca storta, un lato del corpo più debole, difficoltà visiva e di equilibrio, un dolore alla testa intenso e insolito. La compagna, che viaggiava al suo fianco, ha subito capito che c’era qualcosa che non andava: “Rispondeva alle mie domande in modo poco chiaro – racconta -, non era lucido, e aveva difficoltà da una parte del corpo . Ho immaginato che ci fosse qualcosa di grave che non andava, così ho chiesto aiuto agli altri passeggeri e al capotreno”.

Immediatamente è stato chiamato il 118 che ha inviato un’ambulanza alla stazione di Rimini dove il treno si è fermato, ed è scattato il protocollo per i sospetti casi di ictus. Il paziente è stato accompagnato al Pronto soccorso dell’Ospedale “Infermi” di Rimini, diretto dalla dottoressa Tiziana Perin, e sottoposto a consulenza neurologica, TC ed AngioTC, dalle quali è emersa l’occlusione dell’arteria cerebrale media di destra e dissecazione della carotide interna nel tratto cervicale. I medici hanno subito effettuato un primo trattamento trombolitico endovenoso, vale a dire l’iniezione di un farmaco per sciogliere l’occlusione, e contestualmente hanno contattato e trasmesso il quadro clinico in telemedicina ai colleghi della Neuroradiologia dell’Ospedale “Bufalini” di Cesena, diretta dalla dottoressa Maria Ruggiero, centro di secondo livello vocato al trattamento endovascolare dell’ictus per i territori del Cesenate, Forlivese e Riminese. Giunto a Cesena, il paziente è stato sottoposto a trombectomia meccanica endovascolare cerebrale, cioè alla completa riapertura dell’arteria attraverso cateteri vascolari. Il paziente è stato poi ricoverato nella Stroke Unit di secondo livello a Cesena, nell’ambito della Neurologia diretta dal dottor Walter Neri. Sottoposto in tempi rapidissimi alle cure, ha avuto una ripresa totale e completa delle proprie facoltà, senza nessuno dei postumi altamente invalidanti che spasso rimangono dopo  un ictus.

 Mi sento abbastanza bene – racconta il paziente – e soprattutto mi sento protetto. Sono stato preso in carico e curato molto bene. Per di più non è la prima volta che l’Emilia Romagna mi salva la vita: quando ero bambino ho avuto un altro problema fisico importante per il quale sono stato curato e con successo, sempre all’Ospedale ‘Bufalini’ di Cesena”.

In Romagna, ogni anno, si registrano circa 2.100 ictus ischemici. Di questi l’80 per cento rappresenta un primo episodio, il 20 per cento una recidivia. Non per tutti i pazienti è possibile effettuare i trattamenti descritti e con la medesima efficacia, in rapporto alle condizioni cliniche e alle caratteristiche dell’ictus. Nel corso del 2018 presso l’Ospedale di Cesena ne sono stati effettuati 114.

Circa il 30 per cento dei pazienti con ictus si reca in Pronto Soccorso con mezzi propri, senza attivare il 118, con un conseguente allungamento dei tempi di intervento da parte dei sanitari. Il messaggio fondamentale è che, invece, non appena si presentano sospetti sintomi di ictus, bisogna chiamare subito il 118 perchè può significare evitare la morte e ridurre gli esiti invalidanti dell’ictus. E’ dunque importante per tutti conoscere i sintomi e agire di conseguenza, tant’è vero che la Regione Emilia Romagna ha, proprio nei giorni scorsi, lanciato un’apposita campagna attraverso un video col noto comico romagnolo Giacobazzi.