Darsene e caos canoni. La protesta da Rimini verso Roma
Un centinaio di persone in piazza Cavour a Rimini, la maggior parte con i giubbotti di salvataggio, per protestare contro il caos dei canoni che rischia di mettere a rischio tante imprese che producono lavoro e indotto, quelle delle darsene turistiche italiane. Una vicenda complessa, che parte dall’aumento dei canoni stabilito dal Governo nel 2007 che ha poi dato vita a interpretazioni e pronunciamenti disomogenei. Ci sono striscioni con gli slogan “basta pasticci”, “don’t invest in Italy”, “rispettare i patti”.
Oltre agli imprenditori a prendere la parola in piazza è anche il sindaco Gnassi: “Portiamo questa manifestazione anche a Roma, coinvolgendo altri comuni”, è l’invito che lancia. “In Italia la materia dei canoni è assurda, deve essere riorganizzata. Siamo al vostro fianco. Si tratta di civilta, diritto, economia e lavoro”. Il Sindaco ha ricordato come Comune di Rimini ed Anci abbiano redatto una proposta normativa e anche un emendamento alla Legge di Stabilità per risolvere alla radice, in via parlamentare, “questo incredibile imbroglio che danneggia imprese, lavoratori, città e l’intero Paese”. Duro l’intervento di Luigi Ferretti, presidente di Marina di Rimini: “ci stanno uccidendo”, condannando soprattutto il congelamento dei conti avvenuto senza attendere l’esito dell’udienza di merito sulla sospensione delle cartelle esattoriali fissata per il 18 dicembre al Tribunale di Rimini.
Parlano anche imprenditori friulani e del Garda, che condividono la proposta di andare a Roma. Chiude l’assessore Roberta Frisoni: “Questa vicenda è uno scandalo. Non si possono cambiare le regole in corsa, come per il bando periferie”. Tra i presenti in piazza, con giubbotto rosso, anche i vertici del Marina di Rimini e l’ex vicesindaco e assessore regionale Maurizio Melucci.