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Il camping di Miramare

Camping Maximum. Nuovi appelli e richieste di chiarimenti sul futuro

In foto: il video appello di un dipendente del camping
il video appello di un dipendente del camping
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
lun 12 nov 2018 12:57 ~ ultimo agg. 15:41
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Un video messaggio affidato a facebook per chiedere alla nuova proprietà un passo indietro. E’ quello di uno dei 20 dipendenti del camping Maximum di Miramare che con la chiusura della struttura rischiano il lavoro. La vicenda, emersa la scorsa estate, è ormai nota: l’area, insieme ad altri terreni Ceschina, è passata nella disponibilità del maestro Valery Gergiev. Con gli attuali gestori, da 17 anni impegnati nel camping, non è stato trovato l’accordo e ora l’area tornerà nella disponibilità dei proprietari, presupposto per la sua riqualificazione. I legali del Maestro, rispondendo ad una petizione lanciata dai clienti del camping, hanno assicurato la volontà di continuare a preservare funzione e destinazione come richiesto anche dall’amministrazione comunale. Intanto la scorsa settimana l’amministratore uscente del campeggio, Dennis Mussoni, ha scritto ai clienti invitandoli a ritirare quanto lasciato nella struttura che entro il 30 novembre deve essere lasciata libera. Una lettera nella quale Mussoni rivendica anche quanto fatto per il rilancio del camping, preso in mano nel 2002 quando l’area era in mano a balordi e spacciatori, e nonostante la mancanza di prospettive dovuta al rinnovo di anno in anno del contratto. Intanto la mobilitazione prosegue. Gli ultimi a chiedere un passo indietro alla nuova proprietà sono gli scout nautici Agesci che occupavano gratuitamente un’area del camping (a ridosso della Novarese) non utilizzata e fino al loro arrivo nel 2007 molto degradata. Guarda invece al futuro Samuel Lerda, che da 40 anni è cliente del camping. Premettendo di non aver firmato la petizione perché ritiene legittimo da parte del proprietario poter disporre dei propri beni, chiede però chiarimenti sugli interventi di ammodernamento annunciati e sulla data della riapertura. “Chi, come me, ha un caravan, può pensare di poter passare la prossima stagione a Miramare o sarà costretto a rinunciare?” si chiede. E ancora: “le persone che perderanno il lavoro dalla società che ha gestito il camping, verranno riassunte dalla nuova gestione?” “I turisti storici -conclude – gli stagionali, i lavoratori e gli esercenti necessitano di qualche risposta in più”.


La lettera di Samuel Lerda inviata al legale di Valery Gergiev

mi chiamo Samuel Lerda e scrivo a lei in quanto rappresentante del sig. Valery Gergiev;
come potrà leggere dalla lunga serie di email inoltrate al Sig. Sindaco, da tempo sto cercando di avere qualche rassicurazione in merito al futuro della struttura che ha ospitato la mia famiglia sostanzialmente dall’apertura ed il sottoscritto da circa 40 anni.

Per fare una rapido riassunto della storia recente, ho iniziato a coinvolgere il Sig. Sindaco nei primi giorni di luglio 2018, poco dopo è stata anche avviata da parte di altri campeggiatori una campagna di raccolta firme; nei primi giorni di agosto 2018, ho appreso dagli organi d’informazione che, forse anche a seguito delle mie comunicazioni, la proprietà avrebbe avuto un incontro con l’amministrazione e l’assessora all’urbanistica (sig.ra Frisoni) avrebbe segnalato che non ci sarebbe interesse del comune a modificare destinazione e funzione dell’area ossia “servizi turistici”; soprattutto, l’amministrazione comunale avrebbe sottolineato in ogni caso, quanto indispensabile fosse la continuità nel servizio di camping.
Da quel momento, affiorava l’idea della riqualificazione del camping.
Ad ottobre, una volta chiusa la stagione, ho avuto modo di leggere la sua missiva da dove mi pareva di intuire che, quanto previsto a luglio si stesse tramutando in realtà, ma poco dopo, una comunicazione dell’ormai ex-gestore ci ha dato indicazioni profondamente differenti.

Non avendo più un interlocutore ho scritto nuovamente al Sig. Sindaco chiedendo chiarimenti, ma purtroppo non ne ho ricevuti.
Suppongo che, se c’è un piano di ristrutturazione, ci sia un progetto (del resto lo scrive proprio lei : “…La disponibilità dell’area è dunque presupposto indefettibile per dare corso a progetti (in cui potranno essere coinvolti anche altri investitori) che portino a totale ristrutturazione e ammodernamento della struttura in armonia con le aree circostanti…”) e se c’è la volontà di garantire la continuità, la proprietà abbia già avviato le pratiche per avviare i lavori.
Ne conviene con me? mi può confermare che è così?

Se fosse così, diversi stagionali che hanno le casette mobili all’interno del camping, sarebbero interessati a cercare una soluzione insieme per permettere l’ammodernamento della struttura magari mantenendo i loro beni all’interno della proprietà se fosse possibile (come potrà capire non possono essere parcheggiati sotto casa e non è semplice trovare un rimessaggio per casette di quel tipo).

Se invece non fosse così, entro quando pensa saranno concluse le attività di ammodernameto? Chi, come me, ha un caravan, può pensare di poter passare la prossima stagione a Miramare o sarà costretto a rinunciare? Anche in questo caso, gli amici che hanno un mobilhome, hanno la possibilità di mettersi in contatto con la proprietà per gestire la situazione al meglio?

Come avrà notato, gli interrogativi sono molti e l’opacità delle informazioni potrebbero indurre a pensare che qualcosa su quell’area rischi di andare a discapito degli esercenti, dei turisti e dei lavoratori che comunque perderanno il lavoro; a proposito di loro, la proprietà ha pensato nell’ottica “di una più ampia collaborazione possibile con il comune”, di prendersi cura dei livelli occupazionali generati da quella atività? in pratica, le persone che perderanno il lavoro dalla società che ha gestito il camping, verranno riassunte dalla nuova gestione?

In conclusione, ritengo sia sacrosanto il diritto da parte del proprietario, di disporre dei propri beni nei modi e nei tempi previsti dalla legge (ed ecco il motivo per cui non ho ritenuto opportuno dare la mia adesione alla raccolta firme).
Non credo che il suo assistito abbia interesse ad azzerare una realtà importante per quella zona e da quanto ho avuto modo di leggere, se corrispondente al vero e non ho motivo di credere il contrario, l’amore per Rimini da parte del maestro, forse, si avvicina a quella che noi nutriamo da generazioni. Detto questo, però, i turisti storici come il sottoscritto, gli stagionali, i lavoratori, gli abitanti di Miramare e gli esercenti, a mio parere necessitano di qualche risposta in più.