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Attualità Riccione

Stop ai diesel euro 4, il dibattito resta acceso

In foto: repertorio
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di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 6 ott 2018 18:36 ~ ultimo agg. 7 ott 07:27
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In attesa dell’incontro in Regione per valutare la possibilità di rivedere il provvedimento, contnua a far discutere lo stop ai diesel euro 4 previsto nelle misure per la qualità dell’aria in vigore in Emilia Romagna dall’inizio di ottobre.

Il WWF dell’Emilia Romagna esorta i sindaci a non arretrare sulle limitazioni alla circolazione delle vetture diesel. “Non si possono più ignorare alcuni dati: la Pianura Padana è l’area più inquinata d’Italia, che conta 91mila decessi prematuri all’anno causati dall’inquinamento atmosferico; nel 2017 più della metà delle stazioni di controllo in Emilia-Romagna hanno registrato sforamenti oltre i 35 giorni l’anno ed è noto che il traffico insieme alla combustione di legna è la principale fonte inquinante. Da non dimenticare che l’Italia è uno dei Paesi con il più alto tasso di motorizzazione al mondo:  una situazione non sostenibile e comunque da cambiare. Non prendere provvedimenti è del tutto irresponsabile. Il fatto che i diesel non siano l’unica fonte inquinante è un motivo per aggiungere provvedimenti e non per togliere i pochi sui quali si è riusciti a prendere una decisione, dopo anni di colpevole immobilismo. Se è comprensibile che qualche automobilista protesti in difesa delle proprie abitudini, non è accettabile che un sindaco, autorità sanitaria locale, si adoperi per boicottare una delle poche misure efficaci per difendere la qualità dell’aria”.

L’onorevole Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, ricorda che, se confermato, lo stop riguarderebbe circa 290.000 veicoli in totale, tra questi ” chi l’auto o il furgoncino li usa per lavoro, agenti di commercio, piccole ditte, artigiani, ecc. che per motivi economici non li possono acquistare nuovi”

“Qui non ci sono in discussione la tutela dell’ambiente e il miglioramento dell’aria che respiriamo, perché appare evidente che il provvedimento è solo ‘politico’ e oserei dire ‘ideologico’. Si interviene, infatti, in modo unilaterale, senza un ragionamento di opportunità e in termini di ricadute negative sulla collettività, ma anche senza alcuna proiezione che certifichi con dati prospettici quali benefici possa apportare un provvedimento così punitivo. Una amministrazione regionale seria avrebbe presentato uno studio terzo che misurasse i costi e i vantaggi. Nulla di tutto questo. Il Pair 2020 così come concepito dalla Giunta Bonaccini sarebbe da ritirare e da rivedere in molte sue parti commisurandolo con le esigenze della popolazione regionale e sulla base di una vberifica costi/benefici. Tra l’altro, appare davvero risibile che tra le tante categorie esentate dall’obbligo, ci siano anche i soggetti con Isee inferiori ai 14.000 euro che con ogni probabilità possiedono i mezzi più obsoleti e inquinanti. Conclusione: “si graziano i più abbienti e gli immigrati, si mette in ginocchio il ceto medio in difficoltà”.