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Rimini Viabilità

Blocco dei diesel euro 4. Le voci di protesta a Rimini

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di Redazione   
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mar 2 ott 2018 12:49 ~ ultimo agg. 3 ott 17:46
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Confcommercio della provincia di Rimini esprime contrarietà sulle scelte in merito al blocco alla circolazione dei diesel euro 4 contenuta nel PAIR (Piano Aria Integrato Regionale) che in Emilia Romagna anticipa il divieto dal 2020 al 2018 rispetto alle altre Regioni che hanno condiviso e sottoscritto l’Accordo di Bacino Padano per la qualità dell’aria.
“Siamo consapevoli dell’importanza dell’ambiente in cui viviamo e favorevoli alla sua tutela – spiega il presidente Gianni Indinoeppure non possiamo essere soddisfatti di provvedimenti che ancora una volta vanno a penalizzare le piccole e micro imprese, senza un effettivo impatto sui livelli di inquinamento, ma con conseguenti gravi ripercussioni sulla mobilità delle persone e sull’economia del territorio. Mi riferisco soprattutto al blocco dei diesel euro 4, motori di recente generazione e dotati di filtri anti-particolato, dunque non particolarmente inquinanti da esigerne il blocco durante tutto l’arco delle giornate feriali e nelle domeniche ecologiche. Fermando anche i diesel euro 4 si lasciano a piedi circa 60mila famiglie sul territorio provinciale: un provvedimento eccessivamente restrittivo, che addirittura non è ancora in vigore nelle altre regioni. Oltre al disagio diffuso, con questi provvedimenti si fanno danni significativi all’economia e alle nostre imprese di vicinato, avvantaggiando ancora una volta i grandi centri commerciali dislocati in zone comodamente raggiungibili sempre e con ogni mezzo. E vogliamo parlare di chi le auto le usa per raggiungere il luogo di lavoro, o di come questi blocchi che riguardano le città con più di 30mila abitanti, contribuiscano ad un maggiore flusso di traffico verso le altre destinazioni?
Confcommercio ha già chiesto un confronto con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini: “Gli incentivi stanziati dalla Regione per cambiare il parco macchine sono una goccia nel mare, non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale, considerando le maggiori criticità provenienti dalle emissioni dei vecchi impianti di riscaldamento o delle industrie. Servirebbero almeno delle finestre orarie per la circolazione dei diesel euro 4, in cui concentrare gli accessi a mare della Statale per gli acquisti e per le commissioni, riservando il blocco di questa categoria di veicoli quale eventuale misura emergenziale”

Anche Forza Italia, tramite il capogruppo in consiglio Carlo Rufo Spina, “esprime la propria totale contrarietà all’ordinanza del 27 settembre con cui il Sindaco, sulla base dell’accordo di programma interregionale (che lasciava ampia discrezionalità in proposito), ha sostanzialmente vietato la circolazione stradale agli autoveicoli diesel euro 4, introducendo poi – all’art. 7- tutta una serie di deroghe ed eccezioni che di fatto rappresentano una sonora presa in giro delle finalità del provvedimento.
Il comune ha infatti deciso di penalizzare – come sempre – i cittadini residenti e lavoratori pubblici e privati, lasciando salve tutta una serie di categorie di favore, organiche agli interessi dell’amministrazione che rappresentano in realtà i mezzi più inquinanti, che quindi rimarranno in circolazione.
In base all’accordo interregionale gli autoveicoli euro 4 potevano essere lasciati in circolazione fino ad ottobre 2020.
Tali mezzi sono in larga parte automobili di circa 10 anni, minimamente inquinanti e senza alcun rischio per la salute. Il Comune ha deciso di penalizzare questi mezzi, e ha consesso la deroga – commi 14 e 17, art. 7 – per qualsiasi veicolo, quindi anche i più inquinanti, mezzi di anche 20/30 anni, ormai fuori mercato, appartenenti a persone con Isee inferiore a 14mila euro quindi sostanzialmente a vantaggio dei nuclei di stranieri e immigrati (ricordo che basta avere anche solo una casa per far schizzare l’indice isee, per cui come sempre gli italiani vengono penalizzati, mentre gli stranieri potranno continuare ad alimentare il racket delle mercedes del 1980 dalla romania).
Altra deroga è ovviamente prevista per i veicoli commerciali al servizio delle manifestazioni “regolarmente autorizzate” (da Chi? ovviamente dal comune, decidono sempre loro) o di operatori economici che accedono o escono dai mercati settimanali e fiere sempre autorizzate (leggi, bancarelle del mercoledì, che come noto sono quelle che ancora si avvalgono dei mezzi commerciali in assoluto più inquinanti e che entrano in pieno centro con camioncini che emettono un fumo nero talmente denso da essere il principale pericolo per la salute di noi tutti). Tutti costoro sono tutelati dal Comune.
E allora dove rimane la volontà di tutelare la salute pubblica? da nessuna parte, è solo una facciata ipocrita, come sempre a danno di chi non inquina e non rientra nei piani orwelliani del sindaco gnassi che ha introdotto ben 21 categorie di deroghe funzionali ai suoi interessi e a quelli della sua maggioranza.
Il bene comune e l’interesse per la salute pubblica? non pervenuto”.

Rufo Spina ricorda la sua proposta deliberativa n. 56 del 19.04.2017, su “salvaguardia della salubrità e respirabilità dell’aria”, “naturalmente bocciata a maggio scorso, aveva cercato di introdurre una modalità seria per raggiungere le finalità dell’accordo interregionale (proponendo il divieto assoluto dell’ingresso in città di tutti i veicoli commerciali diesel inquinanti, senza deroghe; tale proposta poteva poi essere integrata col divieto fino agli euro 3 dal lunedì al venerdì anche per gli autoveicoli privati), proprio perché la salubrità di quello che respiriamo deve essere una esigenza concreta e non di facciata.
Non ci possono essere deroghe rispetto a ciò che ci fa male”.

Per Bruno Galli, segretario riminese della Lega: “Il provvedimento adottato dalla Giunta regionale di Stefano Bonaccini sta mettendo a dura prova i cittadini e gli automobilisti di Rimini. Dopo l’esordio di ieri possiamo dire con sufficiente rassegnazione che l’ordinanza sindacale di Gnassi, sulla falsa riga della direttiva regionale, è frutto di un modo di fare politica che non tiene conto della platea dei penalizzati.”
“Il divieto di circolazione per i diesel euro 4 si sta dimostrando per quello che è: un provvedimento calato dall’alto senza considerare le esigenze della popolazione e che, a Rimini, colpisce un cittadino su tre. Sono tantissime le persone che utilizzano il proprio mezzo per lavoro e per le più disparate necessità che, dall’oggi al domani, si ritrovano alla guida di un mezzo ‘fuorilegge’.” I più penalizzati dal divieto: cittadini riminesi del ceto medio, lavoratori e piccoli imprenditori, padri di famiglia che non possono permettersi l’acquisto di un’auto nuova, ma che non possono neppure fare a meno del proprio mezzo. Ma queste analisi, i numeri e l’identità di chi si va a colpire con certi provvedimenti, dovrebbero essere fatte a monte da chi, in Regione e a palazzo Garampi, legifera invece senza cognizione di causa.”
“Tra l’altro – conclude Galli – trovo abbastanza singolare, nonché penalizzante, che l’ordinanza sindacale di Gnassi sul blocco del traffico non sia stata adeguatamente pubblicizzata sul sito del Comune e che il numero di servizio istituito per avere informazioni sulle zone interdette al transito ti rimandi a sua volta al sito.”


Lo sfogo di un cittadino riminese:

Buongiorno,

vengo subito al punto, sono obbligato mio malgrado a sostituire la mia automobile diesel euro 4, ancora in perfetto stato, causa la delibera che ne decreta il blocco della circolazione. Io e mia moglie la usiamo per andare a lavorare, per accompagnare i nostri due figli nelle varie attività pomeridiane, per  sbrigare varie pratiche anche per i nostri genitori ormai anziani e bisognosi del nostro aiuto. Quindi l’automobile ci serve ma avendo due stipendi nella media non navighiamo nell’oro ma non abbiamo l’isee sotto i 14 mila euro (per fortuna) e siamo obbligati a sostituirla.

Del resto mantenere due figli costa, quindi i soldi che dovremo sborsare per una nuova auto che possa circolare sarebbero da noi stati spesi in altro modo o comunque risparmiati. Spero quindi che almeno questo contribuisca a migliorare la qualità dell’aria e ad abbassare i livelli di inquinamento, ma dubito fortemente che sia questa la soluzione migliore. Spero infine, visto le inevitabili polemiche che si solleveranno, non si decida di tornare indietro e di annullare il divieto, proprio dopo essere stato OBBLIGATO (ora lo scrivo non solo in grassetto ma anche in maiuscolo!) ad acquistare una nuova auto.