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No al microtunnelling

Alberi. La terza commissione boccia il microtunnelling

In foto: uno striscione al parco Cervi nell'ottobre 2018 (Newsrimini.it)
uno striscione al parco Cervi nell'ottobre 2018 (Newsrimini.it)
di Redazione   
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lun 29 ott 2018 14:11 ~ ultimo agg. 30 ott 12:48
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La scorsa settimana l’amministrazione ha comunicato alle associazioni ambientaliste che, con alcune modifiche al progetto originario, i lavori per la dorsale sud del PSBO avranno un impatto più limitato sulle alberature cittadine. Il numero di piante che saranno tagliate nei parchi Cervi, Fabbri e Bondi dovrebbero calare di circa il 60%. Un risultato che non sarà però ottenuto con il microtunnelling.

Nella seduta di oggi in commissione i consiglieri non si sono espressi tramite voto in quanto il proponente si è “dichiarato insodisfatto” e pertanto la discussione sarà portata in Consiglio comunale. Un’ipotesi, quella del microtunnelling, che l’assessore Anna Montini nelle scorse settimane aveva escluso, per motivi tecnici. Motivazioni ribadite anche oggi. “L’utilizzo del “microtunneling” come modalità di posa alternativa allo scavo a cielo aperto – spiega l’assessore –, se presenta da un lato un apparente minor impatto superficiale, dall’altro presuppone l’utilizzo di tecniche, modalità e materiali dagli effetti ambientali localizzati non indifferenti. La tecnica di microtunnelling richiede infatti la realizzazione di vani interrati, di rilevanti dimensioni e profondità, detti “pozzi” con funzioni di “Spinta” e “Arrivo”.Il “Pozzo di Spinta” è necessario per introdurre dapprima lo scudo fresante denominato “talpa” che avanza nel terreno in virtù della potente spinta esercitata da una apparecchiatura oleodinamica su conci di tubazioni speciali a mano a mano introdotti nel medesimo pozzo al progredire della trivellazione; la trivellazione avviene attraverso un impianto idrico ad alta pressione che prima mette in rotazione la fresa e poi trasforma il terreno in fango in modo che possa essere trasportato verso il pozzo di spinta e raccolto in superficie in appositi serbatoi per la successiva disidratazione e smaltimento. Il secondo pozzo, anch’esso di dimensioni considerevoli seppur minori del primo, ha la funzione di postazione di “Arrivo” per il recupero della talpa e costituisce il termine della condotta posata. Inoltre le caratteristiche dimensionali della condotta di progetto richiederebbero la realizzazione di tre pozzi complessivi in quanto l’operazione di trivellazione presenta dei limiti massimi sulla lunghezza in relazione al diametro della condotta”.

Va sottolineato – prosegue Anna Montini –, inoltre, che l’integrità dei parchi non sarebbe del tutto preservata nel caso di utilizzo di “microtunneling” a conseguenza del fatto che le condizioni ed i materiali utilizzati per la tecnica di posa con tale modalità di scavo sotterraneo,renderebbero comunque necessari la realizzazione dei pozzi sopracitati con diaframmi di profondità ben superiore a 10 metri e, al contempo, risultano incerti gli effetti sugli apparati radicalidovuti all’utilizzo dei fanghi bentonitici immessi in pressione all’interno del terreno. Sulla profondità dei diaframmi si pensi che per un posizionamento della condotta a -6 metri, i diaframmi dovrebbero avere profondità di circa -12 metri. Va evidenziato inoltre che i mezzi per la realizzazione di tali diaframmi presentano caratteristiche dimensionali (altezza e peso) ben più impattanti rispetto a quelli utilizzati per la realizzazione di scavi a cielo aperto con un impatto sicuramente superiore sulle essenze arboree esistenti.

Ma Renzi resta convinto delle sue ragioni: “Ho sottolineato il comportamento paradossale della Amministrazione Comunale che mentre si discute la Mozione, aveva già consegnato il cantiere per l’inizio lavori il 15 ottobre scorso alla faccia del rispetto del Consiglio Comunale.  L’Assessore ha confermato lo “spostamento marginale” di pochi metri della condotta, ma alla nostra richiesta ha dichiarato che non è necessario approvare ufficialmente la “ variante” del nuovo tracciato con le planimetrie. Siamo alla Variante Orale “per bocca” dell’Assessore per limitare l’abbattimento sicuro di 74 alberi, lasciando al tecnico agronomo la valutazione caso per caso per i restanti 57 alberi a rischio durante i lavori di scavo vicino alle radici.

Dopo il Microtunnelling propagandato con grandi striscioni per due anni sulla via Roma, con un “pozzo di spinta” di 20 metri, il “tubone” del diametro di 180 cm., una lunghezza di 1300 metri, ora non è possibile utilizzare il “Microtunnelling” per 400 m. sotto i Parchi Cervi, Bondi, Fabbri con un “pozzo di spinta” di 10 metri nell’attuale parcheggio sottostante il ponte pedonale e spingere i tubi a 6 metri di profondità. L’Assessore maschera la contraddizione con gli “incerti o “minimi rischi” a suo dire, ma senza fondamento, sugli apparati radicali. E’ certo che lo scavo a cielo aperto, largo metri 2,50 ad opera di un escavatore largo 4 metri, comporterà gli abbattimenti di molti alberi sovrastanti e delle zone adiacenti, snaturando la fisionomia dei parchi”.