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Attualità Coriano

San Patrignano ricorda Vincenzo Muccioli a 23 anni dalla scomparsa

In foto: la Messa di oggi
la Messa di oggi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 19 set 2018 18:17 ~ ultimo agg. 18:27
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Come ogni anno, il 19 settembre la comunità San Patrignano ricorda il suo fondatore, Vincenzo Muccioli, scomparso 23 anni fa. Tutti i settori, gli uffici, i laboratori della Comunità si sono fermati per unirsi e ricordarlo attraverso una Santa Messa. Don Fiorenzo, parroco di San Patrignano, ha officiato la funzione nel gremito auditorium del centro di recupero dove, per l’occasione, sono arrivati da tutta Italia i rappresentanti delle associazioni satellite, gruppi di genitori, gruppi di ragazzi accolti 10, 20, 30 anni fa. Oltre ovviamente ai 1.300 ragazzi accolti attualmente.

Il parroco è partito da una riflessione sull’amicizia: “elemento importante e portante in tutta la storia di San Patrignano, per gli uomini che, insieme a Vincenzo, sono riusciti a creare qualcosa di grande e speciale in funzione di questa amicizia”. Il riferimento è a Gian Marco Moratti, la cui perdita all’inizio di quest’anno ha lasciato nella comunità un vuoto incolmabile.

Durante l’Omelia di questa commemorazione nell’anno del 40°, accompagnata dalle musiche e dalle voci del coro Sanpa Singers, sullo sfondo sono scorse le foto d’archivio per raccontare la storia di San Patrignano e di Vincenzo.

La San Patrignano di oggi – spiega una nota della Comunità – continua ad ispirarsi ai valori da lui incarnati, nella lotta contro l’emarginazione e nella speranza di un recupero vero, continuando ad essere per la società una risposta costruttiva ed efficace contro le dipendenze.

A fine funzione, uno dei ragazzi in percorso, Damiano, ha letto un ricordo di Maria Tesei, una delle prime volontarie che affiancarono Vincenzo nell’impresa di recupero dei ragazzi dalle tossicodipendenze, che riprendeva così le parole di Vincenzo:

“Io, ragazzi, non vi chiedo di essere come me o di fare quello che faccio io, ma di assimilare bene ciò che con me vivete, di capirne il senso profondo perché un domani, quando io non ci sarò, voi potrete attingere dall’esperienza con me vissuta e, con essa, trovare la risposta sul come comportarvi quando vi troverete di fronte a situazioni difficili che, necessariamente, nella vita vi troverete ad affrontare. Fate vostre le esperienze di cui siete testimoni. Riempite la gerla della memoria. Non dimenticate! Potrete contare su un bagaglio di conoscenza che sarà prezioso per continuare il vostro cammino. Fate tesoro di ogni parola, concetto, verità, dono condiviso. Così formati non vi sentirete mai soli, poiché io vivo nelle vostre parole, nel vostro agire, nei vostri valori, nella vostra compassione per l’uomo in difficoltà, nel vostro amore per la vita”.