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Economia Lavoro

Fonderie Scm. Le richieste dei lavoratori: accordo possibile se...

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 20 set 2018 18:18 ~ ultimo agg. 21 set 11:36
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Dopo la posizione dell’azienda (vedi notizia) arriva anche quella dei lavoratori delle Fonderie Scm di Rimini e Villa Verucchio. Tramite i sindacati, hanno fatto sapere di essere contrari alla chiusura della fonderia di Rimini ma di capire le difficoltà. Tre le condizioni poste per raggiungere un accordo: specificare nel dettaglio gli investimenti per implementare le potenzialità della Fonderia di Villa Verucchio, ricollocare sempre all’interno del Gruppo SCM i 100 lavoratori in esubero attraverso un piano di riqualificazione professionale e l’uso degli ammortizzatori sociali (anche integrati economicamente da SCM) e infine la possibilità su base strettamente volontaria di aderire a percorsi di uscita incentivata che devono riguardare non solo i lavoratori delle fonderie ma di tutti gli stabilimenti e che possono agganciare attraverso la NASPI la pensione.

I sindacati, ricordando lo sciopero dello straordinario indetto dai lavoratori, chiedono all’Azienda di non fare forzature.

L’Azienda si è presa tempo fino al prossimo incontro del 26 settembre per valutare e dare una risposta.


Il comunicato di Fim, Fiom e UIlm

Si è tenuto oggi il secondo incontro tra la direzione delle Fonderie SCM, le RSU e le OOSS Nazionali e territoriali in merito alla procedura di licenziamento collettivo per 121 lavoratori nelle Fonderie SCM di Rimini e Villa Verucchio e la prevista chiusura del sito riminese. La delegazione sindacale era composta anche da una rappresentanza di delegati degli altri stabilimenti di SCM Group, compreso il territorio di Thiene. Questo secondo incontro si è tenuto dopo che si sono svolte le assemblee in tutti i luoghi di lavoro
in cui erano state illustrate ai lavoratori le motivazioni presentate dall’azienda e che hanno portato il CDA di SCM a deliberare la dismissione della Fonderia di Rimini. Così come discusso in assemblea, la delegazione sindacale ha manifestato la forte contrarietà dei lavoratori stessi rispetto alla decisione assunta da SCM, ma riconoscendo la difficile percorribilità della strada per mantenere in vita la Fonderia di Rimini, ha comunicato all’azienda che un accordo può essere trovato se:

· SCM riempie di contenuti la promessa di implementare le potenzialità della Fonderia di Villa Verucchio, attraverso un piano dettagliato di investimenti.
· La ricollocazione all’interno di SCM Group del personale in esubero, che ad oggi l’azienda quantifica in 100 unità, attraverso un piano di riqualificazione professionale e l’utilizzo a tale scopo degli
ammortizzatori sociali (anche integrati economicamente da SCM).
· La possibilità su base strettamente volontaria di aderire a percorsi di uscita incentivata, che devono riguardare non solo i lavoratori delle fonderie ma di tutti gli stabilimenti SCM e che possono
agganciare attraverso la NASPI la pensione.

L’azienda nell’incontro odierno ha presentato un piano di investimenti per circa 1 milione di euro per la Fonderia di Villa Verucchio, mentre si è riservata di dare una risposta alle nostre richieste dopo che avrà fatto una valutazione assieme al CDA, prendendo tempo a tale scopo fino al prossimo incontro previsto
per il 26 settembre, giorno in cui darà riscontro anche alla possibilità per cui l’azienda, prima di fare qualsiasi accordo, verifichi informalmente quali disponibilità ci siano a percorsi di uscite incentivate. Questa strada, gestita ovviamente dalla direzione aziendale, se percorribile, deve essere condotta responsabilmente senza nessuna forzatura e/o pressione nei confronti del lavoratori.
Ribadiamo che i lavoratori delle fonderie hanno proclamato lo sciopero dello straordinario con l’obiettivo di raggiungere un accordo condiviso e la direzione aziendale su questo punto non deve fare forzature che sarebbero controproducenti in un momento tanto delicato e in cui si decide del futuro di tanti posti di lavoro. Ribadiamo al contempo che non sono in alcun modo giustificabili azioni ritorsive dei lavoratori nei confronti dei colleghi.