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Regione Vita della Chiesa

Abusi. I vescovi dell'Emilia Romagna: "uniti a Papa Francesco, il male sia denunciato"

In foto: Papa Francesco a Cesena
Papa Francesco a Cesena
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 4 set 2018 12:27 ~ ultimo agg. 14:33
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I vescovi dell’Emilia-Romagna rivolgono un messaggio a religiosi e laici delle loro Diocesi sul delicato tema degli abusi. “Condividiamo la grande preoccupazione e il dolore espresso da Papa Francesco con la ‘Lettera al Popolo di Dio’ – sofferto invito ad una conversione personale e comunitaria – che vi invitiamo a leggere e meditare, nelle parrocchie, nei consigli pastorali e nei gruppi di famiglie. Egli ci chiede di soffrire insieme a tutto il corpo per aiutarlo”.  “Invitiamo le comunità cristiane – prosegue la nota dei Vescovi – in questo inizio dell’anno pastorale a creare occasioni di preghiera e digiuno, di riflessione, di penitenza, per essere uniti al nostro Papa nel suo indiscusso impegno a fare verità e giustizia dentro e fuori la Chiesa. E rinnoviamo il pieno e filiale sostegno al suo servizio fondamentale alla comunione e all’evangelizzazione”.
“L’impegno a combattere gli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili, sia di potere che sulla coscienza che sessuali, da parte di chierici o di laici nella Chiesa, nella società e nelle famiglie, ci deve vedere uniti. Uniti nella preghiera e nella penitenza, perché le sofferenze delle vittime, che non si cancelleranno, siano condivise e non si ripetano. Perché il male non sia più nascosto ma opportunamente denunciato. Perché il perdono e la guarigione dalle ferite, che pure invochiamo da Dio, con la riparazione del danno, non siano un alibi, ma stimolo a mettere in atto una conversione di tutta la comunità cristiana e della società civile, perché si prendano le misure educative e operative per una prevenzione ampia ed efficace”.
“Nessuno deve essere coperto o giustificato, qualsiasi ruolo svolga. Il bene dei minori e dei più deboli deve stare sopra a tutto. Molto dipenderà dai genitori, dagli educatori, dagli insegnanti, dai sacerdoti, dai catechisti: la cura, la protezione, la vigilanza, la formazione propria e dei ragazzi o degli adolescenti, deve creare ambienti e atteggiamenti di vera tutela e deve portare i minori a imparare a difendersi, a reagire, trovando adulti accoglienti e pronti ad ascoltarli e a intervenire”.
“In ogni diocesi – annunciano i vescovi – abbiamo già predisposto un percorso di formazione, in linea con quanto sta preparando la Chiesa italiana, che permetterà di avere alcune persone (quasi tutti laici e laiche) che potranno essere referenti e promotori dei cammini diocesani di formazione e prevenzione per la tutela dei minori”.