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Attualità Provincia

SAP: dietro i numeri, per i poliziotti sacrifici e difficoltà

In foto: un agente
un agente
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 10 ago 2018 11:38
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Il resconto dell’attività della Polizia riminese trasmesso dalla Questura non rende l’idea dell’impegno quotidiano e delle difficoltà con le quali devono fare costantemente i conti gli agenti riminesi. Lo sottolinea in un anota il SAP di Rimini, Sindacato Autonomo di Polizia, che per voce del segretario Tiziano Scarpellini racconta un’altra estate in una situazione precaria. E citando episodi che mostrano come le situazioni critiche siano sempre dietro l’angolo: dai ragazzini che si facevano i selfie sulla ferrovia a Misano ai colpi sparati da una ragazza due sere fa nel pieno centro di Rimini.


L’intervento del SAP di Rimini:

Abbiamo letto nei giorni scorsi statistiche buoniste che descrivono solo in parte la realtà e anche dalla sola lettura si comprende che i dati forniti sono incompleti, ma certificano l’incredibile mole di lavoro cui è stata chiamata tutta la polizia riminese.
I risultati sono certamente positivi e come abbiamo detto in passato tutte le donne e gli uomini in divisa di questa provincia hanno autorevolmente gestito il nuovo modo di concepire l’ordine pubblico nelle grandi manifestazioni, il controllo del territorio, la gestione delle indagini, dell’attività amministrativa nonché la difficilissima collaborazione tra i vari enti chiamati a interfacciarsi per la sicurezza di Rimini e provincia.
In qualità di primo sindacato di polizia della provincia non possiamo però non sottolineare evidenziare e rimarcare l’immenso e straordinario lavoro a cui le donne e gli uomini e della Polizia di Stato e degli altri enti sono sottoposti.
In tantissimi casi la volontà e il profondo senso del dovere ha hanno fatto sì che l’impegno e la dedizione andassero oltre a quanto previsto dai dettami del contratto di lavoro.
Ancora oggi infatti molti dei parametri fissati per la Questura di Rimini ed il suo personale sono stati abbondantemente oltrepassati, questo non vuole essere un modo per limitare l’impegno dei colleghi ma per risolvere una questione ben più grave e certamente di maggiore interesse quale il riconoscimento delle peculiarità del nostro territorio e il conseguente invio di mezzi uomini e risorse.
Questa estate non sono stati inviati aggregati per le specialità.
La Polfer sta provvedendo al controllo anche della stazione di Riccione con il medesimo personale con il quale a fatica controlla la stazione di Rimini ed è
chiamata, in occasione di eventi fieristici, al controllo anche della Stazione ivi posta, senza dimenticare i recenti fatti di cronaca apparsi pochi giorni fa sui media nazionali, che hanno visto protagonista la nostra riviera per l’assurda moda dei selfie sui binari all’arrivo dei treni, che ha coinvolto 4 giovani a Misano Adriatico.
La polizia stradale utilizzando personale burocratico e con un magrissimo piano ferie sopperisce alla cronica mancanza di personale fornendo così il giusto numero di pattuglie.
I colleghi dell’Aeroporto si adoperano in orari di lavoro non previsti e prolungandosi oltre gli stessi al fine di consentire la giusta gestione degli utenti in partenza e in arrivo dalla aereo stazione.
La Polizia Postale che si occupa dei reati sul web, messa ai margini con lo spettro della chiusura e con un organico spolpato, con soli 5 operatori gestisce le pratiche relative a tutta la provincia, un reparto che sicuramente dovrebbe rimanere al passo
con le sempre nuove tecnologie al fine di scovare chi perpetra reati sul web che ad oggi risultano essere una buona parte di quelli denunciati sul nostro territorio.
Per quanto tempo potranno essere tenuti questi ritmi? Per quanto tempo gli operatori della sicurezza dovranno lavorare in continua emergenza?
I recentissimi fatti di cronaca, come quello occorso la scorsa notte nell’invaso del ponte di Tiberio, dove una donna ha esploso colpi di arma da fuoco mentre il centro storico era gremito di persone, dimostrano ancora di più, ma non crediamo ce ne sia la necessità, che non bisogna sottovalutare la peculiarità del territorio in cui viviamo.
Le risposte non possono che arrivare dal dipartimento. Ci avviciniamo al periodo più “caldo” dell’estate ed alcuni uffici sono in affanno, e qualche “uomo” in più prima dell’autunno, distribuiti su tutti gli uffici, sarebbero una manna dal cielo per quei colleghi che da 20 anni aspettano l’avverarsi di mille promesse ed oggi più che 50enni continuano con la stessa tenacia a portare sicurezza al territorio.