Questore: locali notturni non sono zona franca. Su chiusure i dubbi di Indino ed Erbetta
Sei locali sono stati chiusi in provincia nel corso dell’estate per motivi di ordine pubblico e sicurezza. E altri provvedimenti potrebbero arrivare a breve. Il pugno duro del Questore Maurizio Improta ha toccato nei giorni scorsi il Beky Bay di Bellaria (licenza sospesa per 30 giorni) e il bar Lo Spuntino di Cattolica (stop alla licenza per 45 giorni). In quest’ultimo era stato scoperto dai carabinieri un giro di spaccio tra giovanissimi gestito dal titolare e da un dipendente. Per il locale sulla spiaggia di Bellaria Igea Marina lo stop all’attività notturna è dettato invece dai numerosi casi documentati in zona dalle forze dell’ordine: dai furti allo spaccio passando per i giovanissimi soccorsi al limite del coma etilico. “I locali notturni sono considerati zona franca in cui tutto è possibile“, ha detto il Questore in una intervista a La Stampa a corredo dell’articolo “L’estate dello sballo violento”. Nel suo intervento Improta ha messo in fila poi le problematiche della movida dicendo che “spaccio, violenze, furti e risse sono quasi all’ordine del giorno” e ha richiamato i gestori alle loro responsabilità evidenziando come spesso la sicurezza sia “affidata a personale improvvisato, a gente senza esperienza e persino senza licenza“.
Le chiusure disposte per motivi di ordine pubblico e sicurezza (in base all’articolo 100 del TULPS) non convincono tutti però. Sulle pagine del Corriere Romagna il presidente della Confcommercio riminese Gianni Indino, ricordando le decine di persone che resteranno senza lavoro, si dice perplesso. Pur ammettendo che chi serve alcol ai minori deve essere punito severamente, Indino evidenzia come spesso gli episodi incriminati esulino dalla responsabilità dei titolari perché i giovani arrivano già ubriachi e in molti casi le violenze avvengono all’esterno. I titolari sarebbero quindi parte lesa e, secondo il presidente, sospendere le licenze non sarebbe la soluzione. Dubbi condivisi anche dal consigliere riminese Mario Erbetta che ricorda come la norma applicata risalga ad un regio decreto del 1931 e punisca una responsabilità oggettiva “che non è prevista dal nostro ordinamento giudiziario.” “Cosa può fare un imprenditore – si chiede Erbetta parlando di lotta proibizionistica contro il mondo della notte – per evitare di essere responsabile di fatti che non avvengono nel suo locale e su cui non ha alcun potere per evitarli?” “Praticamente nulla”, è la risposta del consigliere secondo cui il pugno di ferro porterà gli imprenditori a lasciare la Riviera. E di conseguenza anche i turisti.
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