Indietro
menu
Ambiente Rimini

Plastica in mare. A Rimini progetti con i pescatori

In foto: Clean Sea Life al porto di Rimini
Clean Sea Life al porto di Rimini
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 7 ago 2018 19:25
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Una tonnellata, circa mille chilogrammi di rifiuti raccolti in mare in 23 giorni di sperimentazione: è il dato emerso alla presentazione a Porto Garibaldi dei primi risultati del progetto di Fishing for Litter, un’attività di sei mesi durante i quali i volontari di Legambiente Delta del Po, in collaborazione con le 43 imbarcazioni della cooperativa della Piccola Grande Pesca, raccolgono i dati qualitativi e quantitativi sui rifiuti pescati accidentalmente in mare.

Alla tavola rotonda ha partecipato anche l’assessore all’Ambiente Anna Montini, chiamata anche per illustrare le attività messe in campo dal Comune di Rimini su questo tema.

I primi dati resi noti da Legambiente sui rifiuti accidentalmente pescati riportati a riva fanno riflettere ma purtroppo non stupiscono – spiega l’assessore – Più volte la stessa Legambiente in precedenti monitoraggi ha evidenziato le criticità dei nostri mari, evidenziando come sia ormai improrogabile un cambio di rotta, sia sul fronte dei comportamenti individuali, sia sull’approccio da parte delle istituzioni. In questo senso la nostra città – senza dimenticare lo straordinario sforzo messo in campo con il Piano di salvaguardia della balneazione – si sta muovendo attraverso una serie di iniziative di promozione di best practices e attraverso azioni concrete: dalle diverse iniziative di raccolta rifiuti spiaggiati durante tutto l’anno messe a punto proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica, a quelle portate avanti da un apposito comitato locale, ad azioni specifiche come il progetto Clean Sea Life portato avanti da Fondazione Cetacea e che il 7 e 8 giugno scorso è servito a mostrare quali quantitativi e tipologie di rifiuti possono essere riportate a riva dai pescatori. E ancora, la marineria locale, in accordo con l’Ausl, ha bandito l’uso delle cassette di polistirolo più fragili rispetto a quelle di altro materiale e quindi più facilmente deteriorabili e potenzialmente causa di ulteriori rifiuti dispersi”.

Il Comune inoltre ha supportato due progetti specifici: il primo è il bando Ue-Mipaaf finalizzato a promuovere la pesca sostenibile sotto il profilo ambientale e che coinvolge quattro pescherecci della Cooperativa lavoratori del mare di Rimini. Il secondo è un progetto Flag costa Emilia Romagna per il sostegno ad azioni pilota per la gestione e il recupero dei rifiuti derivanti dall’attività di miticoltura (con particolare riferimento alle calze in polipropilene) e quindi per favorire il riciclo del materiale plastico di cui sono composte le reti utilizzate per tale pratica.

E’ evidente che, pur se importanti, tutte queste azioni perdono di senso se non inserite una politica organica di tutela del mare e attenzione alla sostenibilità e soprattutto in una maggiore consapevolezza dello stato di salute delle nostre acque. Consapevolezza che per primi devono maturare tutti coloro che dal mare traggono lavoro e che devono essere i primi a difenderlo e proteggerlo. Le istituzioni, d’altro canto, dovrebbero cercare soluzioni normative che facilitino il più possibile il riporto a riva dei troppi rifiuti prodotti dalle attività o accidentalmente pescati. Nel nostro piccolo, come Comune continueremo a fare la nostra parte in sinergia con i diversi soggetti che operano in mare. Infine un ruolo importante nel futuro sarà quello delle imprese e della ricerca: l’augurio è che si arrivi ad un mare completamente libero da rifiuti vari e dalla plastica grazie anche a modalità sempre più innovative per il riciclo sia grazie all’individuazione di nuovi materiali sostenibili, innovativi e performanti”.