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Politica Rimini

Pecci (Lega) sul turismo: "il mercato non aspetta"

In foto: Rimini
Rimini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 3 ago 2018 08:51 ~ ultimo agg. 08:52
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Investire con decisione sul turismo culturale, anfiteatro compreso; fare pressione sull’aeroporto perché sviluppi traffico; portare i grandi gruppi alberghieri a Rimini. Sono alcune strategie per il turismo riminese che il capogruppo della Lega a Rimini Marzio Pecci indica come prioritarie. I dati sono buoni anche se non eccezionali, sottolinea Pecci, ma “il mercato non aspetta”.


L’intervento di Marzio Pecci:

E’ estate tempo di divertimento, ma la politica non può farsi deviare dagli eventi frivoli, che, sia ben chiaro, è giusto che ci siano, ma noi dobbiamo volare in alto.
La crisi economica non è superata ed il settore turismo, la nostra economia primaria, ha numeri buoni, ma non eccezionali come gli amministratori locali e regionali vogliono farci credere.
Le statistiche dicono che stiamo andando bene, ma siamo consci che ciò è frutto delle deficienze dei concorrenti dell’area mediterranea e non sicuramente merito delle nostre strutture che non sono capaci di attrarre nuova clientela.
Il turismo romagnolo ha bisogno di innovazione e di riconvertirsi perché non è pensabile che a fine luglio si trovi ancora posto nei nostri alberghi.
Dobbiamo quindi sforzaci tutti per pensare ad un turismo identitario diverso da quello balneare: il turismo culturale è sicuramente alla nostra portata perché possediamo un patrimonio storico culturale di primaria importanza.
Se è vero che Castel Sismondo parla con il Museo Fellini e con il teatro Galli è altrettanto vero che dobbiamo togliere le bende all’Anfiteatro romano, lo voglia o no il Ceis, per completare quella valorizzazione del patrimonio storico culturale che servirà a dare una nuova identità a Rimini ed al nostro turismo.
Dobbiamo fare in fretta perché il mercato non aspetta.
Dobbiamo stimolare l’imprenditoria turistica ed i grandi gruppi alberghieri a sbarcare a Rimini e “costringere” la proprietà dell’aeroporto a sviluppare il traffico per far diventare la struttura aeroportuale internazionale “porta di ingresso” del turismo culturale in Italia.
Ha ragione il Ministro Centinaio quando afferma che il turismo è il nostro Petrolio; che dobbiamo guardare al turismo di qualità e che per promuoverlo farà una grande operazione di marketing per comunicare che esiste un’Italia da vedere, una da mangiare, una da bere ed una al top della qualità.
Io credo che questo Governo, se avrà al fianco tutti gli operatori turistici, potrà realizzare grandi progetti.
Intanto però una decisione andrebbe presa: salvare Alitalia per farne un’azienda di Stato moderna che colleghi il nostro Paese a tutte le capitali del mondo. In questo modo l’arrivo da noi sarebbe più facile e stimolante.