Indietro
menu
Attualità Rimini

Meeting. Gnassi: cantiere aperto del pensiero che continueremo a sostenere

In foto: una dei padiglioni del Meeting
una dei padiglioni del Meeting
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
lun 27 ago 2018 12:12 ~ ultimo agg. 17:14
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Un evento che aiuta a riflettere, approfondire, un bene prezioso per la città che va sostenuto. Questo in sintesi il pensiero del sindaco Gnassi che interviene al termine della 39esima edizione della kermesse, che si è chiusa sabato in fiera.

Al di là del successo e dei numeri positivi, voglio rimarcare la natura di una manifestazione che si configura sempre più come cantiere aperto del pensiero e dell’approfondimento, in direzione ostinata e contraria rispetto alla dilagante superficialità del ‘tempo reale’ che pare sia regola del dibattito contemporaneo. Il Meeting di Rimini non è una kermesse, non è una ‘tre giorni’ da cuocere, mangiare e digerire in due e due quattro. C’è un desiderio di confrontarsi, di aprirsi e non tirare su barriere, di vedere e non solo guardare che ne fa ormai un unicum nel panorama della riflessione nazionale e internazionale. E’ un bene prezioso per la città di Rimini.

Questo va ribadito: il Meeting per l’amicizia fra i popoli è il Meeting di Rimini. Per la nostra città è e continua ad essere una risorsa, non solo economica. Sono tanti i riminesi che con il loro lavoro e il loro impegno rendono possibile lo svolgersi di questa straordinaria occasione di vivere la profondità della discussione culturale e dell’incontro/confronto tra esperienze lontane e diverse. Anche per questo Rimini non si tirerà indietro, pure nel futuro, nel sostegno e nella collaborazione con il Meeting. Il Comune di Rimini, così come la Regione Emilia Romagna, credono nel rapporto virtuoso tra il Meeting e la comunità locale, così come nella necessità di uno spazio di riflessione che non si esaurisca nella velocità – e spesso nell’arbitrarietà – di un tweet, ma che permetta a tutti di esprimersi compiutamente e in piena libertà in una città aperta e libera”.