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Rimini FC. Giorgio Grassi: "Diventerò presidente". Un pulmino per portare i disabili allo stadio

In foto: Il tavolo
Il tavolo
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 7 minuti
gio 12 lug 2018 11:45 ~ ultimo agg. 13 lug 18:16
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Come in occasione della presentazione iniziale del progetto Rimini Football Club il patron Giorgio Grassi ha scelto la sua azienda, la Grabo di Coriano, come location per fare il punto sulla situazione a poco meno di due anni dalla nascita della società biancorossa.

[fvplayer src=”https://www.youtube.com/watch?v=wT8zvKvLaZQ&feature=youtu.be” splash=”https://i.ytimg.com/vi/wT8zvKvLaZQ/sddefault.jpg” caption=”Icaro Sport. Giorgio Grassi: "Diventerò presidente del Rimini FC"”]

Il giorno scelto è lo stesso dei primi test della nuova squadra che, allenata dal confermato Gian Luca Righetti, affronterà il campionato di serie C 2018/’19. L’orario le 12:00 per un incontro con gli organi d’informazione che secondo le indiscrezioni della vigilia potrebbe essere da ricordare.

[fvplayer src=”https://www.youtube.com/watch?v=REVhhIirY4w” splash=”https://i.ytimg.com/vi/REVhhIirY4w/sddefault.jpg” caption=”Icaro Sport. La conferenza stampa di Giorgio Grassi: "Diventerò presidente del Rimini FC"”]

“Ci siamo visti qui qualcosa come 23 mesi fa, quindi quasi due anni fa. Sono cambiate tante cose da allora, per esempio non c’era ancora Donald Trump – inizia con una battuta l’incontro con la stampa il patron della Rimini Calcio, Giorgio Grassi -. Tutto scorre. La prima notizia è che io sarò il presidente del Rimini Football Club. Così finirete di chiamarmi patron, termine che non ho mai digerito troppo. Questo tavolo è cambiato molto dalla presentazione scoppiettante di 23 mesi fa: c’è Sergio Santarini, che sarà presidente onorario, a dare continuità”.

Grassi saluta con simpatia il progetto Rinascita Basket Rimini presentato qualche giorno fa: “Voglio mandare un saluto e un augurio a RBR, Rinascita Basket Rimini, promosso da Paolo Carasso, dall’avvocato Maresi e dal nostro presidente di Confindustria, Paolo Maggioli. Noi abbiamo avviato iniziative di marketing e comunicazione con diverse società del territorio e vogliamo partecipare anche noi alla rinascita del basket riminese mettendo il nostro mattoncino, mettendo quindi una quota. Noi crediamo che lo sport debba parlare con una voce unica, che non ci siano sport di serie A e di serie B, ma solo sport e saranno poi i giovani a decidere quale sport praticare. Con il nostro settore marketing ragioneremo su cosa fare insieme, come tessere che consentano di andare a vedere le partite a condizioni vantaggiose”.

Il Rimini Football Club avrà un referente per tutte le operazioni legate alla solidarietà: “La ragione per cui ho deciso di fare quest’incontro particolare, parleremo anche di calcio (ma per questo ci sarà un altro incontro perché oggi e domani tutti i ragazzi, nuovi e vecchi, sono impegnati con le visite mediche) e parlerò anche di quello che rappresenta la serie C oggi in Italia, è che quando si vince un campionato come l’abbiamo vinto noi non si può chiedere di più. La cosa che mi ha sorpreso di più è stato che pochi giorni dopo, contestualmente al progetto di azionariato diffuso, mi è stato recapitato in sede un plico personale di un dipendente statale: Gianni Cancellieri, che ha deciso di contribuire alla causa con i suoi risparmi: 30mila euro. Abbiamo deciso di utilizzarli per fare solidarietà. Il primo progetto è quello di comprare un pulmino da utilizzare per portare i portatori di handicap alle partite, in accordo con le associazioni che ci interpelleranno. Ho offerto a Gianni Cancellieri il ruolo di delegato all’interno della società per tutte le operazioni di solidarietà. Terrà lui i contatti con tutte le associazioni. Organizzeremo in occasione delle partite momenti di pubblicizzazione delle attività, con ingressi gratuiti a tutti coloro che vorranno intervenire. Noi vogliamo che il Rimini FC sia un fenomeno di appartenenza: che quando si va in campo ci siano con noi 150mila persone, non le 4mila che magari vengono quando possibile allo stadio”.

L’insostenibile leggerezza della serie C: “Ora voglio parlare di quella che abbiamo chiamato con Alessandro Giuliani l’insostenibile leggerezza della serie C. La Federazione è stata commissariata, ci troviamo in una condizione di limbo assoluto. Nel frattempo non si fa nessuna riforma, negli ultimi anni sono fallite 150 società professionistiche: Modena, Vicenza, Arezzo è stata tirata per i capelli per influenze politiche. In questo momento l’Andria non sappiamo che campionato farà… Solo per citarne alcune. Ho parlato con il presidente del Mestre, che mi ha detto che in serie C abbiamo i costi della B ma non abbiamo nulla in cambio. Ha detto: “io a queste condizioni perché devono continuare?” La Reggiana è stato un altro caso ancora”.

Il microfono passa a Gianni Cancellieri, che parte del motivo che lo ha mosso ad offrire i suoi risparmi per dare una mano al Rimini. “Sono rimasto molto deluso dalla risposta della città all’azionariato popolare. La prima cosa che faremo sarà l’acquisto di un pulmino che verrà griffato Rimini FC, così tutto potranno vedere il logo della società. Poi vogliamo andare a trovare i bambini, cosa che fa già Adrian (Ricchiuti, ndr), andare a trovare le famiglie che hanno bisogno. Poi vogliamo organizzare una serie di cose ludiche, come le tombole di Natale. Sono emozionatissimo. Io non voglio fare il ruffiano però Giorgio Grassi è una persona straordinaria”.

Giorgio Grassi riprende dal mercato del Rimini: “Il calcio mercato è finito. Anche qui abbiamo battuto il piccolo record in fatto di romagnolità: siamo stati i primi ad aver comunicato l’organico della squadra e questo è stato ripreso dai siti nazionali”.

L’operazione “azionariato popolare” invece non si può certo dire sia andata bene: “Ho capito che a Rimini una mano la si può dare, ma senza essere coinvolti – è sempre il numero uno del Rimini FC a parlare –. La parola flop è sempre brutta, ma sicuramente non abbiamo fatto breccia. Stasera faremo un aperitivo con i 3-4 imprenditori che hanno dato disponibilità e tireremo una riga finale. Secondo me l’azionariato diffuso ha un senso se arriva al 40-50% del capitale sociale, con due-tre non ha molto senso. Credo che quando un progetto non funziona non funziona e basta”.

Ancora sulla serie C: “Il calcio semiprofessionistico è allo stremo, se si può dire, sta attraversando una crisi sistemica. Credo che la frase che meglio riassuma la situazione è “benvenuti all’infermo”. Noi ci siamo accorti subito che la C sarebbe stata un inferno. Noi sappiamo che il ricavo delle prime 400 persone che entreranno allo stadio sarà impiegato per coprire i costi d’apertura dello stadio. Sono consapevole, non sono preoccupato”.

Ma qual è secondo Grassi il potenziale di Rimini? “Rimini la colloco dal punto di vista del potenziale: non siamo tra le prime venti, ma tra le prime cinque. Il potenziale è per fare una serie C molto competitiva, ma il progetto non sta scatenando quell’interesse che avrebbe potuto manifestarsi nell’azionariato popolare. Se il Cesena ha uno zoccolo duro di 7mila persone Rimini ce l’ha da 1.500 persone. Questo ci pone in condizioni sempre di svantaggio. La Confindustria Romagna ha l’ambizione di “romagnolizzare” l’Italia. Io dico: Rimini deve “romagnolizzare” il calcio italiano. Devo dare alla gente un sacco di buoni motivi per venire allo stadio. La grandezza di Rimini deve essere vista allo stadio. Faremo in modo che lo stadio sia più vivibile. Vogliamo che chi sta con noi abbia un riscontro positivo. Se non aggiungiamo valore a quello che facciamo… ma valore non è solo quello che si fa in campo, è tutto quello che si fa. Cercheremo di proporre gli abbonamenti “Corporate”. Non chiediamo la luna. Quest’anno il nostro progetto di coinvolgimento si chiamerà Rimini Network Partner”.

Grassi si dice soddisfatto della rosa della prima squadra. “Nella mia testa è mancato solo un giocatore, che è un giovane, per il resto abbiamo portato a casa quello che volevamo, mantenendo lo stesso numero di romagnoli. Abbiamo fatto la squadra come la voleva l’allenatore. Noi non siamo entrati in concorrenza con nessuna società. Quando i procuratori hanno fatto operazioni che a noi non andavano bene abbiamo cambiato obiettivo. Abbiamo portato a casa la prima scelta o la seconda secondo i nostri obiettivi. Abbiamo molti giovani e undici “vecchi” e potremmo schierare anche gli undici “vecchi” in una formazione titolare. Abbiamo tenuto sei giocatori dall’Eccellenza e abbiamo fatto la squadra che volevamo fare. Credo che aggiungeremo un tasso guerriero che farà la differenza”.

Con quale obiettivo stagionale? “L’obiettivo è quello di rimanere fuori da situazioni a rischio. Non credo sia una squadra non attrezzata per fare il campionato che vogliamo fare. Poi i tecnici si assumeranno le responsabilità, se no per loro saranno asparagi amari”.

Grassi chiude con un appello anche a chi si occupa d’informazione. “Quando non ci accorgiamo più del male vicino a noi vuol dire che siamo in grave crisi. Mi sono appuntato un messaggio: bisogna essere forti e ottimisti. La città ci ha detto no perché io la società l’avrei regalata, e quindi si potrebbe essere scoraggiati. Noi abbiamo fatto due anni eccezionali dal punto di vista sportivo, auguriamoci di farne un altro. Le soddisfazioni potrebbero essere anche diverse. Godremo e soffriremo. Ma se andremo avanti con questo progetto che ho tracciato credo che Rimini sarà un riferimento in Italia. Voi fate informazione, noi facciamo una storia minore. Se noi trasmetteremo valori e voi agirete in coscienza vinceremo la nostra partita”.

LA NOTA DEL RIMINI FC

Un Giorgio Grassi a tutto tondo nella conferenza stampa che si è svolta questa mattina alla “Grabo”, a pochi giorni dalla partenza dei biancorossi per il ritiro pre-campionato di Sant’Agata Feltria. Il numero uno del Rimini F. C. (nel prossimo cda assumerà ufficialmente la carica di presidente, il titolo onorario spetterà a Sergio Santarini), ha toccato molteplici tematiche riguardanti il presente, il futuro e i valori che ispirano l’azione della società.
Si parte dall’organico messo a disposizione di mister Luca Righetti, come comunicato sabato scorso virtualmente completato. “Al 90 per cento è fatto e siamo contenti di aver battuto un piccolo record, siamo la prima società professionistica in Italia ad averlo annunciato con così largo anticipo. Abbiamo circa la metà della rosa composta da giocatori del Riminese o del circondario e siamo riusciti a centrare, in accordo con il mister e secondo le sue indicazioni, pressoché tutti gli obiettivi che ci eravamo posti. Sono soddisfatto anche perché sarà una squadra dotata di grande carattere e determinazione, lo spirito guerriero è un valore in grado di fare la differenza”.
Inevitabile parlare del cosiddetto tema dell’azionariato diffuso, la proposta di collaborazione avanzata agli imprenditori locali che, al momento, non ha ricevuto risposte significative. “Forse non siamo stati bravi noi a spiegare bene un progetto che ritenevamo interessante e meritevole di sostegno, il dato di fatto è che evidentemente le grandi aziende non hanno voglia di dare una mano al calcio. Andremo avanti, con le risorse che possiamo mettere sul piatto, sulla strada maestra della gestione sostenibile. Non si può prescindere dall’avere i conti in ordine”. Dal mancato sostegno del tessuto imprenditoriale del territorio alla cosiddetta “insostenibile leggerezza della Serie C” il passo è breve. “Negli ultimi 20 anni si sono verificati circa 150 fallimenti di società calcistiche e quello che è accaduto a tanti club prestigiosi negli ultimi mesi è sotto gli occhi di tutti. Allo stesso tempo è di tutta evidenza che sia necessaria una radicale inversione di rotta. La Serie C ha i costi e gli obblighi della B ma
non garantisce risorse, di fatto è un esborso continuo di denari. Sembra quasi ci sia un disegno del palazzo per far sparire la categoria e farla diventare un palcoscenico per le seconde squadre dei grandi club”.

A fare da contraltare al tutto l’esempio arrivato da un cittadino comune, Giovanni Cancellieri, che ha
deciso di donare al Rimini F. C. la bellezza di 30mila euro. “Un gesto inaspettato che mi ha commosso, una somma che in accordo con lui abbiamo deciso di destinare a iniziative benefiche, a cominciare dall’acquisto di un pullmino per il trasporto dei disabili che la domenica, ad esempio, porteremo allo stadio. Giovanni sarà il nostro delegato alla Solidarietà, si occuperà del rapporto con le associazioni di volontariato e delle relative iniziative”. Anche questo significa “Un altro calcio è possibile”.

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di Redazione   

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