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Nazionale Politica

Concessioni balneari. UE contraddice Bolkestein: spiagge a gara

di Andrea Polazzi   
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ven 13 lug 2018 17:03 ~ ultimo agg. 14 lug 13:31
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Le spiagge sono beni e non servizi quindi non devono essere messe a gara. Questa frase pronunciata l’aprile scorso in un incontro a Roma da Frederik Bolkestein, padre della famosa direttiva, aveva ridato speranza ai balneari che da anni vivono in un limbo in attesa di conoscere il proprio futuro. Posizione contenuta anche in un ddl presentato qualche settimana fa da un gruppo di parlamentari di Forza Italia e fatta sua, proprio ieri all’assemblea di Federturismo, anche dal ministro Centinaio che aveva rassicurato le 30mila imprese del settore annunciando l’impegno a far si che gli stabilimenti balneari vengano considerati locazioni d’area. Ora però arriva la doccia fredda. Sollecitata da europarlamentari di Pd e Lega, la commissaria europea al mercato interno, Elżbieta Bieńkowska, ha stroncato l’interpretazione di Bolkestein: le concessioni balneari italiane rientrano nella direttiva europea sui servizi. La commissaria ha lasciato però uno spiraglio spiegando che le concessioni devono essere ricomprese nella Bolkestein “qualora la scarsità della risorsa in questione nel territorio comunale interessato sia accertata e qualora esista un interesse transfrontaliero certo”.

Il Governo italiano intervenga subito per attestare la non scarsità della risorsa spiaggia”, è l’invito arrivato oggi dal presidente nazionale di Cna Balneatori, Cristiano Tomei.

Ma sul tema è intervenuto anche il sindaco di Rimini Andrea Gnassi: lo stallo sulla Bolkestein, con la situazione identica a dieci anni fa, blocca potenziali investimenti di chi vuole riqualificare la spiaggia. Secondo Gnassi l’unica via praticabile è quella di una “italianizzazione” della direttiva, che la recepisca traducendola alla luce delle peculiarità del paese. Altri proclami non sono serviti e non servono a nulla, ribadisce.