Indietro
menu
Attualità Rimini

Accordo canone concordato. le critiche della Uniat UIL

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 24 lug 2018 09:02 ~ ultimo agg. 09:04
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Anche il sindacato Uniat UIL esprime perplessità sul nuovo accordo per il canone concordato firmato con il Comune di Rimini. Mancanza di congruità con altri territori e “premi” destinati a portare ad aumenti alcuni degli elementi oggetto di critica. Già commenti critici erano arrivati da ADL Cobas e Casa Madiba (vedi notizia)


L’intervento della Uniat UIL:

Dopo oltre 14 anni dalla stipula degli Accordi Territoriali per il calcolo del canone concordato nel Comune di Rimini, il 19 luglio 2018 è stato firmato il nuovo accordo. I lavori hanno richiesto quasi due anni, in cui le OO.SS. hanno auspicato fortemente una revisione, sia per il profondo mutamento del contesto economico e sociale, sia per apportare correzioni e integrazioni. Il percorso è stato quindi tortuoso e purtroppo sono stati fatti passi indietro su molti punti cruciali, non raggiungendo un’intesa che equilibri i canoni, adeguandoli maggiormente alle esigenze derivanti dalla crescente situazione di disagio abitativo, come auspicato dalla Convenzione Nazionale.
Ciò che ci lascia più perplessi è la mancanza di congruità con gli altri accordi dei territori, anche confinanti, ove si è provveduto al rinnovo. Ad esempio, in molti Comuni della Regione vi è un calcolo della superficie convenzionale più semplificato, vengono inoltre considerati come elementi di punteggio gli appartamenti nuovi o ristrutturati, la certificazione antisismica, la presenza di pannelli solari per il risparmio energetico. Tutti parametri che premiano lo stato reale degli immobili e chi ha investito nell’adeguamento, grazie anche alle agevolazioni previste dallo Stato, e che a Rimini sono stati scartati. Inoltre in diversi Comuni si è provveduto ad abbassare notevolmente i valori delle fasce massime e minime per la determinazione dei canoni, rispetto a quelli precedentemente in vigore.
Hanno trovato ampio spazio, invece, aumenti mascherati come “premi” che innescheranno automatismi per incrementare ancora di più il canone di locazione, come: l’allargamento a dismisura della zona 1 (la zona con i valori al mq più alti, considerata centrale); l’aumento del canone di locazione in caso di un preavviso di recesso uguale o inferiore ai tre mesi (l’inquilino dovrà pagare questa maggiorazione anche se poi non usufruirà del recesso anticipato); l’aumento del canone di locazione in caso non venga chiesto il deposito cauzionale (questa proposta subdola si tradurrà in un aumento dell’affitto che coinciderà, al termine della locazione, a una somma paragonabile a quella dello stesso deposito cauzionale, con la differenza che quest’ultimo deve essere restituito con gli interessi legali maturati); gli studenti, considerati pecore nere da molti partecipanti al tavolo territoriale, saranno la categoria più penalizzata, con gli aumenti maggiori rispetto alle altre tipologie contrattuali, creando una vera discriminazione; i valori minimi e massimi delle fasce di oscillazione saranno aggiornati annualmente nella misura del 75% della variazione ISTAT, tale automatismo non terrà conto dell’andamento locale del mercato delle locazioni.
L’UNIAT aveva chiesto una riduzione più marcata del livello massimo dei canoni per questo canale contrattuale, attualmente paragonabile a quello del libero mercato, tenuto conto anche delle agevolazioni previste. Con l’accordo presentato, secondo le nostre simulazioni, ci troveremo ad affrontare un aumento generalizzato dei canoni di locazione, in un territorio ove il problema abitativo rimane uno dei più sentiti. Per questo attueremo un monitoraggio finalizzato alla rilevazione di eventuali criticità che potrebbero emergere, riservandoci, in caso di problematiche, di richiedere al Comune la convocazione delle parti firmatarie, come previsto dallo stesso Accordo.