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Attualità Rimini

Nomadi a Rimini tra analisi demografica e censimento. Le voci della discussione

In foto: repertorio
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di Serena Saporito   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 20 giu 2018 13:04 ~ ultimo agg. 21 giu 10:51
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Dopo la nota diffusa ieri dalla Regione, chiamata in causa da un’interrogazione della Lega sul presunto monitoraggio di Rom e Sinti che sarebbe già in atto sul territorio regionale (in virtù della legge regionale 11 del 16 luglio 2015, vedi notizia) anche il comune di Rimini prende la parola contro quelle che definisce “strumentalizzazioni o confusioni ad arte”. La presa di posizione dopo le dichiarazioni, riportate questa mattina dai quotidiani locali, da parte del consigliere comunale della Lega Matteo Zoccarato, e del senatore riminese del Movimento Cinque Stelle Marco Croatti, secondo i quali l’amministrazione, prima di assegnare le casette nel progetto microaree, avrebbe di fatto svolto un censimento ed anticipato la proposta del Ministro dell’Interno Salvini.

I risultati sono allegati alla delibera sul progetto microaree: “alla data del primo censimento (febbraio 2016) – si legge – risultavano 77 persone di cui 35 di nazionalità rumena presumibilmente non di etnia Rom e 42 di etnia Sinti appartenenti rispettivamente a 9 e 11 nuclei familiari”. Nel documento figurano il numero di minori e anziani, chi è seguito dai servizi sociali, i disabili e chi presenta problemi di salute. Ad eseguire quello che nella delibera viene definito censimento sono operatori dei servizi sociali e agenti della municipale. Una seconda ricognizione è stata poi effettuata a settembre dello stesso anno.

Il Comune di Rimini non ha fatto un ‘censimento’ su base etnica della popolazione rom e sinti presente sul territorio comunale” spiega una nota, che si riallaccia alle dichiarazioni di ieri dalla vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini: “non ci sono state schedature, ma si tratta di ricognizioni demografiche, di monitoraggi utili a fini informativi, ma soprattutto necessari per raggiungere l’obiettivo indicato dall’Unione Europea e recepito sia dall’Italia sia dalla Regione di superare i grandi insediamenti, come quello presente in via Islanda“.

Un obiettivo, fa notare l’amministrazione, “per altro presente anche nel contratto di governo ‘del cambiamento’ firmato da Movimento 5 Stelle e Lega“. In pratica, il Comune spiega come, per affrontare la questione via Islanda, fosse indispensabile capire quanti nuclei famigliari vivessero nell’area, quanti fossero i minori e gli anziani presenti e le loro condizioni (dalla scolarizzazione ad eventuali disabilità). Non si prendono impronte digitali, non si incidono numeri sulle braccia; è un’analisi demografica, identica a quelle che periodicamente riguardano l’intera cittadinanza”, non “un censimento globale esclusivamente su base etnica per successive ‘cacciate’ come quello ipotizzato da Salvini, scandisce la nota. Anche se in realtà l’ipotesi di schedature e quant’altro è stata esclusa anche dal ministro dell’interno. La nota riserva parole dure poi ai due esponenti di Lega e Movimento Cinque Stelle. Rispetto al primo, il Comune scrive che “i ‘metodi’ di questa Amministrazione sono e continueranno ad essere ben lontani da quelli di Zoccarato e del suo partito“. Mentre le dichiarazioni di Croatti vengono definite “un primo vagito da parlamentare locale“, che “affermando come il tema degli insediamenti dei nomadi sia risolvibile ‘nel rispetto della legge e delle persone’ si iscrive- forse a sua insaputa- fra i sostenitori del programma appena varato da questa amministrazione comunale“.

Il segretario del Pd riminese Vanni Lazzari ricorda invece le parole di Zoccarato al recente confronto sulle microaree quando disse che sarebbe stato Salvini a dare gli strumenti per il superamento dei campi nomadi. A questo punto, chiosa Vanni Lazzari, pare che le indicazioni governative vadano nella stessa direzione del percorso seguito da Regione e Comune.