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Politica Rimini

Microaree. Lisi: con atti ufficiali inizia il confronto. Zoccarato (Lega): battaglia prosegue

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 7 giu 2018 13:55 ~ ultimo agg. 8 giu 13:23
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Dopo il via libera in Giunta (vedi notizia), per 45 giorni i cittadini potranno presentare osservazioni al progetto per il superamento del campo nomadi di via Islanda e la realizzazione di 5 microaree. Dopo tante anticipazioni e smentite che si sono susseguite nell’ultimo paio d’anni su una questione che ha fatto discutere e creato tensioni, ora si parla finalmente di atti ufficiali e l’amministrazione ha intenzione di organizzare almeno un paio di incontri pubblici. “Ora abbiamo qualcosa di concreto da presentare ai cittadini – spiega il vicesindaco Gloria Lisi alla trasmissione di Icaro Tempo Realee l’amministrazione può quindi aprirsi al confronto con i cittadini raccogliendo anche paure e insicurezze.

La partita non è finita – attacca sempre a Tempo Reale il consigliere della Lega Matteo Zoccaratoè ovvio che ora che il progetto è passato in giunta dovremmo cercare di attaccarlo dal punto di vista legale, dei numeri, dei costi e delle zone. Lo studieremo nel dettaglio in vista del dibattito in commissione.

La battaglia quindi per la Lega e i comitati non è finita e non c’è alcuna intenzione di fare sconti al comune. Trovare una soluzione al degrado del campo di via Islanda, spiega la Lisi, non era più procrastinabile. Secondo Zoccarato però lo strappo tra quartieri e amministrazione non è ricucibile. “Tutti i migliaia di riminesi che hanno aderito ai comitati – dice – hanno preso questa battaglia contro il progetto come una questione di principio e fino a che la delibera non sarà approvata dal consiglio comunale sarà scontro totale. Naturalmente dal punto di vista politico e ideologico ma senza mai alzare l’asticella sulle persone. Noi abbiamo sempre detto di essere contrari alla soluzione microaree a prescindere dalle persone coinvolte.” “L’amministrazione – precisa la Lisi – è chiamata a prendere delle decisioni e tutte le volte che un cittadino avrà delle rimostranze su questo percorso noi lo ascolteremo. Però auspico che i riminesi vadano oltre i pregiudizi perché solo la conoscenza può farci fare un passo in avanti.

Le interviste

[fvplayer src=”https://www.youtube.com/watch?v=V1D6b7ygFrg” splash=”https://i.ytimg.com/vi/V1D6b7ygFrg/sddefault.jpg” caption=”Nomadi e microaree. Intervista al vicesindaco di Rimini Gloria Lisi”]

[fvplayer src=”https://www.youtube.com/watch?v=s5UQAfU2rPE&feature=youtu.be” splash=”https://i.ytimg.com/vi/s5UQAfU2rPE/sddefault.jpg” caption=”Nomadi e microaree. Intervista al consigliere della Lega Matteo Zoccarato”]

Sul tema interviene anche Alberto Vanni Lazzari, segretario dei Circoli PD di Rimini:

“Finalmente ! Adesso si può uscire dal campo delle mistificazioni e entrare nel merito della soluzione proposta dalla Giunta. Ad oggi su una cosa si è tutti d’accordo: l’insediamento di Via Islanda va superato in quanto irregolare da ogni punto di vista; urbanistico, sanitario, di sicurezza e degradante per la dignità degli stessi occupanti. Una vergogna a cielo aperto per Rimini .
Il programma-contratto del nuovo esecutivo nazionale parla genericamente di superare i grandi insediamenti, la normativa Regionale e la volontà politica dell’amministrazione riminese si preoccupano di accompagnare le famiglie verso soluzioni abitative sia tradizionali che sperimentali, le cosiddette Microaree. Il progetto ha già colto un risultato significativo: 4 famiglie sinti sono state collocate in soluzioni abitative convenzionali portando a 5 il numero delle aree necessarie ad ospitare i 6 nuclei restanti. I numeri parlano di 32 persone , di cui 7 bambini e 3 anziani. Questo il conto che per taluni rischia di minare la stabilità socio-economica della comunità riminese. A proposito di aree, quelle proposte hanno caratteristiche simili tra di loro e sono equamente distribuite sul territorio sulla base delle risultanze tra le istruttorie tecniche e gli indirizzi del gruppo di lavoro.
Ma adesso non è il tempo dei giudizi, bensì quello del confronto. Ora la parola passa alla città nei 45 giorni che l’amministrazione, come da impegni assunti, ha riservato per i contributi da parte dei singoli cittadini e dei soggetti organizzati, prevedendo anche assemblee sui territori”.