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Cultura Rimini

Inaugurata all'ITES Valturio la mostra degli studenti "Instabilità e atopia nell’epoca contemporanea"

In foto: L'inaugurazione della mostra
L'inaugurazione della mostra
di Redazione   
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mer 6 giu 2018 15:01 ~ ultimo agg. 15:04
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È stata inaugurata questa mattina, presso l’Istituto Tecnico Economico Statale “Valturio” di Rimini, una mostra collettiva realizzata con la partecipazione di tutti gli studenti della classe V° A e curata dalla professoressa Monica Urbani.

“L’esposizione, dal titolo “Instabilità e atopia nell’epoca contemporanea. I nuovi scenari della globalizzazione”, pone al centro i vari aspetti dell’epoca contemporanea, definita “Postmoderna”, “liquida” o “Era della Globalizzazione” – racconta Monica Urbani, e tenta un approccio ermeneutico ed anche una pro-vocazione, nel senso di vocare pro, chiamare fuori gli studenti, coinvolgendoli su questi temi attuali, che attengono alla loro vita e al loro futuro, con un obiettivo trasversale che interessa molteplici campi del sapere, anche alternativi a quello economico, per uno sguardo orientato sul mondo. L’epoca storica che stiamo vivendo offre uno scenario nuovo, e tutti siamo coinvolti in questa trasformazione, e attraverso un approccio ermeneutico, dobbiamo prendere coscienza dei paradigmi del presente. Il percorso esplorativo compiuto dalla mostra parte dagli effetti della globalizzazione, sottolinea il disagio della postmodernità e l’identità debole e instabile dell’uomo e rivela, attraverso le espressioni artistiche più caratterizzanti ed emblematiche, gli elementi costitutivi della contemporaneità”.

“Le opere architettoniche, in quanto sistemi di segni – continua la curatrice –, sono parte della comunicazione mediatica e si interrogano costantemente sulle intersezioni della produzione di senso, sull’organizzazione del linguaggio e sulle dinamiche di potere. Le grandi città globalizzate sono l’argomentazione contundente che enfatizza la mutazione antropologica, che interessa questa epoca. In una società entropica e complessa, le arti rappresentano l’espressione di una ormai franta totalità in una ibridazione di visioni a volte perturbanti”.

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