Governo Conte, fiducia al Senato. Barboni (FI): libro dei sogni; Croatti (M5S): giorno storico

L’applauso unanime del Senato per Giuseppe Conte, l’unico in 75 minuti di discorso, arriva quando ricorda Sakho, il giovane bracciante maliano ucciso in Calabria (“uno tra i mille, con regolare permesso di soggiorno, che tutti i giorni si recano al lavoro in condizioni indegne” dice). Nel suo intervento poi il premier ripercorre il contratto di Governo sottoscritto da M5S e Lega (“una pagina scritta che è vincolante” precisa). Umiltà e determinazione scandiranno il suo operato, spiega, definendosi “populista e antisistema” se si intende il populismo come l’attitudine ad ascoltare la gente. Mai razzisti, dice, ma stop al business dell’immigrazione. E ancora: pene più severe per reati come la violenza sessuale, carcere per i grandi evasori, riforma della legittima difesa, tagli alle pensioni d’oro e reddito di cittadinanza, introduzione della flat tax ma garantendo la progressività dell’imposta, riduzione delle liste d’attesa nella sanità sulla quale si dovrà tornare ad investire, convinta appartenenza alla Nato ma via le sanzioni alla Russia.

Alla fine la fiducia è arrivata con 171 si, 117 no e 25 gli astenuti. Domani sarà la volta della Camera. Tre senatori a vita si astengono sul voto di fiducia, mentre due sono in congedo: Giorgio Napolitano e Carlo Rubbia. E Renzo Piano è assente. Si sono astenuti Mario Monti, Giuliana Segre, Elena Cattaneo.

Due i senatori riminesi in aula: uno di maggioranza, Marco Croatti del M5S, e uno di minoranza, Antonio Barboni di Forza Italia. “Un libro dei sogni senza coperture economiche” commenta quest’ultimo. “Una giornata storica” invece per Croatti secondo cui quello Conte sarà un Governo vicino ai cittadini e capace di confrontarsi anche con la minoranza.

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