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Donato all'Infermi ecografo per neonati prematuri

In foto: La presentazione della nuova strumentazione.
La presentazione della nuova strumentazione.
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 22 giu 2018 15:00 ~ ultimo agg. 22:48
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La donazione è venuta da “Rimini Solidale Onlus”, associazione guidata da Maurizio Focchi, da dieci anni impegnata in favore delle strutture sanitarie riminesi. Si tratta di un ecografo con sonda lineare, per il posizionamento eco guidato dei cateteri venosi centrali in Terapia Intensiva Neonatale. Terapia Intensiva Neonatale” (TIN). La Tin di Rimini fornisce assistenza a circa 3.500 nati di cui circa 50 all’anno con un peso al di sotto del chilo e mezzo, che restano in ospedale per un periodo di 2-3 mesi. Non tutte le famiglie sono riminesi, alcune provengono da altri territori.

Stamattina l’inaugurazione dell’ecografo. Oltre a Focchi, presenti la vicepresidente dell’associazione Micaela Dionigi, il direttore medico dei Presidi Ospedalieri riminesi Romeo Giannei, la dottoressa Gina Ancora (direttore della TIN dell’Ospedale di Rimini) e la dottoressa Paola Lombardini (direttore settore Acquisti dell’Ausl Romagna). La dottoressa Ancora, ha spiegato che la cannulazione di vene/arterie è fondamentale nella cura del paziente in terapia intensiva neonatale e che, sebbene l’inserimento di cateteri vascolari sia una manovra frequentemente eseguita, si associa spesso a complicanze ed il tasso di successo va dal 60 al 95 per cento. Le complicazioni possono verificarsi più spesso con operatori meno esperti, con anatomie difficili del paziente, situazioni procedurali rapide (in emergenza) e la presenza di comorbidità (coagulopatia, enfisema polmonare, ecc…). In questo quadro, l’uso dell’ecografia per la visualizzazione della vena da pungere, che si trova in profondità e che quindi non è visibile superficialmente, migliora notevolmente il tasso di successo nel posizionare un catetere venoso centrale e riduce il tasso di complicanza quali infezioni e trombosi.

L’ecografo donato dalla Rimini Solidale Onlus, è dotato di una sonda lineare, che consente di operare con maggior sicurezza per l’applicazione dei cateteri venosi centrali, specialmente in pazienti di picole dimensioni come sono i neonati, specie se pretermine. Il suo valore commerciale è di circa 23mila euro.

Il dottor Giannei ha sottolineato con grande forza la stretta collaborazione tra società civile e sanità riminese, “che negli anni ha consentito di qualificare notevolmente la nostra offerta sanitaria”. L’Unità Operativa riminese è una delle poche ad avere un medico e un’infermiera certificati NIDCAP: una forma di assistenza al neonato ed ai suoi genitori che individualizza le cure in base all’ascolto e alla rilevazione di bisogni del paziente e della sua famiglia. E’ stato dimostrato in letteratura che questo approccio è in grado di incidere positivamente sullo sviluppo a distanza del neonato anche molto pretermine. Dal punto di vista della umanizzazione delle cure, la TIN è uno dei pochi reparti aperto alle famiglie 24 ore su 24, avvalendosi della collaborazione di una psicologa che può seguirle dalla degenza in Ostetricia a quella in TIN.

A margine dell’inaugurazione si è parlato anche di parto in sicurezza e in punti nascita sicuri. La dottoressa Ancora ha colto l’occasione per riferire delle 5 proposte, presentate nei giorni scorsi a Bologna, per migliorare la sicurezza di madre e neonato rispetto ai punti nascita. “In Emilia Romagna – recita il relativo manifesto – i dati sull’assistenza materna e neonatale sono buoni ma si può fare di più”.

Ecco le 5 proposte:

  • “Attenta valutazione delle gravidanze”: quelle a basso rischio è appropriato vengano assistite dalle ostetriche, quelle a rischio devono essere seguite anche da medico specialista.
  • “Assistenza alla gravidanza e al puerperio il più possibile vicine alla residenza”, comprendendo anche l’assistenza domiciliare.
  • “Tutti i parti devono essere assistiti presso le strutture in cui nascano almeno mille bambini ogni anno”: quando il parto diventa complicato in maniera imprevista solo la presenza di un gruppo di professionisti con buona esperienza e abituati all’emergenza garantisce a mamma e bambino la miglior assistenza possibile.
  • “Nelle gravidanze a rischio il parto deve svolgersi in strutture di secondo livello, in cui è presente una terapia intensiva neonatale”.
  • “Per garantire il benessere della donna e del nascituro” l’assistenza deve essere attenta alle esigenze e alle tradizioni delle singole coppie mamma-bambino, gli ambienti devono essere confortevoli e permettere la permanenza di una persona scelta dalla donna, deve essere inoltre garantito il contatto pelle-pelle tra mamma e bimbo nelle prime due ore dopo il parto anche per avviare un buon allattamento al seno.