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Economia Lavoro

Disoccupazione in calo in Regione (6,5%). Cresce il lavoro stabile

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 12 giu 2018 16:04
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Nei primi tre mesi del 2018 la disoccupazione in Emilia Romagna è scesa al 6,5% (-0,5). In Italia fa meglio solo il Trentino-Alto Adige (4,3%). E negli ultimi dodici mesi, il tasso di disoccupazione si è collocato sul valore medio del 6,4%, ancora giù rispetto al periodo aprile 2016-marzo 2017 (6,6%) e al 9% del gennaio 2015. Dal primo trimestre 2015 gli occupati sono aumentati di 75.500 unità (+4%). Per gli uomini si registra un tasso di occupazione del 74,5%, per le donne del 62,3. E’ quanto emerge dai dati sull’andamento del mercato del lavoro diffusi dall’Istat. Nel primo trimestre 2018 si torna a registrare una crescita del lavoro su base permanente: delle 8.277 nuove posizioni lavorative dipendenti, 6.560 sono a tempo indeterminato e nell’apprendistato e anche il lavoro intermittente si presenta in calo con 923 posizioni lavorative in meno. Su base annua inoltre le posizioni lavorative giovanili sono cresciute di 13.303 unità con un aumento anche del lavoro permanente. Segnali positivi per l’economia regionale arrivano anche dall’export: tra gennaio e marzo 2018, l’Emilia-Romagna ha esportato beni e servizi per un totale di 15.260 milioni di euro (il 13,6% del totale nazionale), in crescita del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2017.

Quelli dell’Emilia-Romagna sono numeri di una regione che cresce ormai da tre anni come nessun’altra – afferma il presidente della Regione, Stefano Bonacciniuna tendenza che secondo le stime sarà confermata anche nel 2018 e i dati sull’occupazione nei primi tre mesi vanno in questa direzione. Un percorso che rende sempre più concreto il traguardo della piena occupazione per il 2020, con una disoccupazione al 4-5% a quel punto quasi fisiologica, e che abbiamo intrapreso insieme a tutte le forze sociali, sindacati e imprese, agli enti locali, alle università e alle associazioni del Terzo settore, firmatari del Patto per il Lavoro, nel quale condividiamo decisioni e politiche fatte soprattutto di investimenti pubblici, perseguendo un modello di crescita e sviluppo sostenibile. Non ci accontentiamo, dobbiamo ancora fare molto, per esempio potenziando il welfare e le misure a favore di chi ha più bisogno e continuando a puntare su ricerca, innovazione e internazionalizzazione, ma questo modo di fare condiviso– chiude Bonaccini- continuerà a segnare la nostra strada, che vede un’Emilia-Romagna aperte e sempre più in grado di competere con le aree più avanzate in Europa e nel mondo”.