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Economia Regione

Bologna Fiere guarda a Milano. La Regione risponde su holding regionale

In foto: la fiera di Bologna
la fiera di Bologna
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 5 giu 2018 12:08 ~ ultimo agg. 13:29
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Anche Bologna, come Rimini e Parma, guarda ad alleanze fuori regione per la fiera. E avanzano nuovi dubbi sul progetto di una holding regionale di cui si parla da anni ma mai decollato. Per la Regione, però, qualsiasi decisione sulla Fiera di Bologna “dovrà puntare a obiettivi che ribadiamo: la nascita di un unico sistema fieristico regionale, il potenziamento del quartiere fieristico di Bologna, con la sua valorizzazione nell’ambito del territorio metropolitano, la salvaguardia dei livelli occupazionali e dell’indotto”. L’assessora regionale al Bilancio, Emma Petitti, interviene in Assemblea legislativa durante il Question time per rispondere a due interrogazioni urgenti relative a Bologna Fiere. Silvia Prodi (Misto-Mdp), Igor Taruffi e Yuri Torri (Sinistra italiana) e Piergiovanni Alleva (AltraER). hanno chiesto delucidazioni sulla possibilità di scorporo della società BolognaFiere che va a braccetto con l’idea di stringere un’alleanza con le fiere di Milano. Stando alle notizie riportate sulla stampa locale, rimarca Silvia Prodi in Aula, “sembra profilarsi all’interno del Cda la volontà di proporre la divisione della società in un soggetto gestore del patrimonio e uno delle attività fieristiche, che precede la quotazione in borsa della società di gestione, e un’alleanza con le fiere di Milano che di fatto sancirebbe la fine del percorso di collaborazione con i poli fieristici regionali di Parma e Rimini”. Stesso schema peraltro, sottolinea la consigliera, “archiviato e respinto dai soci pubblici in precedenza”. La Prodi pone l’accento sul “voto favorevole alla proposta dato durante il cda di BolognaFiere dal rappresentante della Regione” e sull’assenza, durante la votazione, della Camera di commercio.

Silvia Piccinini, capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha rimarcato come lo scorporo non fosse contemplato nel progetto industriale di BolognaFiere e temendo impatti negativi sui dipendenti della società fieristica, ha chiesto alla Giunta regionale “se ritenga che la decisione del Cda debba o meno essere ratificata dall’Assemblea dei soci e quale impatto possa avere sulla costituzione di una società unica regionale per la gestione degli enti fieristici dell’Emilia-Romagna, ormai inficiata dagli eventi”.

La Petitti, che parla al posto dell’assessore alle Attività produttive, Palma Costi, assente per impegni istituzionali, sottolinea dunque come la Regione andrà “al confronto senza alcuna preclusione verso proposte deliberate da un Cda che comunque ha presentato un bilancio positivo – quindi una solida base di partenza per i necessari progetti di sviluppo – portando però elementi dai quali per noi non si dovrà prescindere”.

In primo luogo, “le soluzioni adottate non possono mettere a rischio il percorso verso un unico sistema fieristico regionale. Un soggetto forte che favorisca l’internazionalizzazione delle nostre imprese, mettendole nelle condizioni di essere sempre più competitive sui mercati e con positive ricadute economiche sui territori. Per questo sono necessarie aggregazioni e alleanze, anche per mantenere primati che la Regione Emilia-Romagna in questi ultimi anni ha raggiunto: da quattro anni consecutivamente prima per crescita e prima anche per export pro-capite, con il turismo che breve a ritmi vertiginosi)”.

In questo contesto, prosegue l’assessore, “una possibile alleanza con la Fiera di Milano potrebbe rappresentare un ulteriore tassello di rafforzamento del sistema fieristico regionale, in una ottica allargata a più regioni. Un fatto certamente nuovo, a quel punto allargato alle tre principali regioni del Nord, poiché già oggi abbiamo sostenuto la nascita di Ieg, la nuova società nata dall’integrazione fra la Fiera di Rimini e la Fiera di Vicenza, così come abbiamo sostenuto insieme agli altri soci pubblici la Vpe, la newco tra Fiera di Parma e Fiera di Verona. Ma l’eventuale proposta che guarda a Milano sposterebbe l’asse su un livello ancora più alto di alleanze e questo comporterebbe la necessità di avviare un percorso procedurale e politico-istituzionale da verificare nella sua fattibilità. E solo in caso di esito positivo si dovrebbe lavorare a un soggetto in grado di dare gambe a un sistema fieristico anche interregionale, che sarebbe strategico per il sistema produttivo italiano e in grado di essere sempre più competitivo a livello mondiale”.

Nello stesso tempo, spiega ancora la Petitti, “si devono porre basi solide per potenziare il quartiere fieristico dal punto di vista dell’occupazione e dell’indotto. Salvaguardia dell’attuale occupazione, con la prospettiva di aumentarla, così come, altro obiettivo che abbiamo sempre dichiarato, la salvaguardia dell’occupazione delle imprese manifatturiere che hanno nella Fiera uno strumento fortissimo di internazionalizzazione. E aggiungiamo la salvaguardia della occupazione prodotta indirettamente dalle attività fieristiche sul territorio metropolitano e non solo, grazie all’afflusso di un gran numero di visitatori e buyer, con un indotto economico molto alto per la città e il sistema metropolitano”.

Così come “è essenziale il mantenimento delle rassegne maggiori a Bologna, grandi marchi dai quali non si può prescindere per piani di sviluppo futuri. Quindi, la verifica approfondita sulle garanzie, anche in tal senso, che dovrebbero venire dalla proposta di riassetto societario, che possano escludere già nel medio periodo l’evoluzione verso una società di gestione delle strutture del quartiere fieristico, in mano ai soli soci pubblici, e una società di gestione delle rassegne fieristiche che porti a scelte che possano penalizzare Bologna nei calendari fieristici nazionali e internazionali”.

Infine, “i progetti di riorganizzazione societaria e di sviluppo ai quali stanno lavorando i vertici di Bologna Fiere vengono discussi all’interno degli organismi competenti, nei quali, questa è sempre stata la nostra posizione, su questa linea auspichiamo la massima condivisione, oltre al confronto con sindacati e parti sociali”.

La Prodi, dopo la risposta dell’assessore Petitti, ha aggiunto: “Bene che vengano confermati gli obiettivi della holding regionale delle Fiere, della rivalutazione del patrimonio immobiliare e della tutela dell’occupazione, ma questi sono difficilmente raggiungibili se si continua sulla strada dello scorporo della società. Questo porterà alla fagocitazione di BolognaFiere da parte di Milano, che già adesso ha un fatturato maggiore”.

Alla Piccinini la Petitti ha risposto che la Regione si confronterà con i vertici di BolognaFiere senza alcuna preclusione. “Se per conseguire questi obiettivi dovesse prendere corpo l’ipotesi di alleanze con altri enti fieristici extra regionali, ad esempio con la Fiera di Milano, si valuterà con estrema attenzione. Altro obiettivo essenziale sarà il mantenimento a Bologna delle rassegne fieristiche attualmente in calendario”. La consigliera Piccinini si è dichiarata totalmente insoddisfatta della risposta, rimarcando come si sia di fronte a uno scenario inedito che rischia di penalizzare pesantemente i soci pubblici.