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Cronaca Rimini

Rapina banca Valconca. Due arresti dei Carabinieri

In foto: la conferenza stampa
la conferenza stampa
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 31 mag 2018 12:15 ~ ultimo agg. 1 giu 10:40
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La rapina era avvenuta il 29 maggio 2017 dello scorso anno alla filiale della Banca Popolare della Valconca in via Tommaseo, al Ghetto Turco di Rimini. Una rapina violenta che oggi è costata l’arresto a due dei tre malviventi che avevano agito. Si tratta di due giovani siciliani, uno di 27 e l’altro di 25 anni, della provincia di Siracusa, entrambi con diversi precedenti. L’arresto è avvenuto nelle loro abitazioni, dove erano agli arresti domiciliari per altri reati.

La mattina della rapina, in banca c’erano due impiegate, una cliente e il direttore. Il primo rapinatore, a volto scoperto, era entrato nel bussolotto e si era fatto aprire (non aveva avuto riserve a mettere l’impronta digitale che in quel momento non funzionava, per cui il personale si era fidato di lui) per poi avvicinarsi ad una cassa e chiedere informazioni per l’apertura di un conto. Stesso atteggiamento aveva avuto il secondo rapinatore. Quest’ultimo, una volta davanti ad un’altra cassa, con uno scatto fulmineo aveva scavalcato il bancone, portandosi dall’altra parte, sfilando dalle tasche un taglierino con cui aveva minacciato la cassiera, intimandole di aprire il bussolotto e consentire così l’ingresso del terzo rapinatore, entrato con il volto travisato da un casco e con la pistola in mano.

Arraffati circa 19mila euro dalla cassa i tre erano entrati nell’ufficio del direttore e, sotto la minaccia della pistola, lo avevano portato nella stanza del bancomat, sperando di poterlo aprire. Ma, accortisi di un sistema di sorveglianza temporizzato, avevano desistito dandosi alla fuga, intimando ai presenti di non chiamare le forze dell’ordine prima di dieci minuti. Prima di uscire avevano legato i polsi dei presenti con fascette da elettricista dietro la schiena.

I carabinieri, giunti subito dopo sul posto, avevano avviato una attività investigativa certosina, analizzando le immagine delle telecamere, ascoltando i testimoni e verificando i cellulari agganciati dalle celle delle zone. E proprio da queste ultime verifiche era stata rintracciata l’utenza di una donna siciliana, risultata poi compagna di uno dei due, che tra l’altro aveva contatti con un’altra donna, fidanzata del secondo individuo. Inoltre i telefoni dei due uomini erano state agganciate dalle celle nei pressi della banca, diverse volte e in orari notturni, probabilmente in occasione di sopralluoghi.

Dalle verifiche incrociate i due (erano quelli che si erano presentati a volto scoperto) sono stati poi successivamente riconosciuti dalle persone presenti in banca quel giorno. Uno dei due in quei giorni si trovava in Emilia-Romagna; era andato a trovare il padre, detenuto nel carcere di Ferrara per gravi reati. Aveva anche una fasciatura nella mano destra con cui aveva cercato di nascondere alcuni tatuaggi. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri della stazione di Augusta. Del terzo rapinatore ancora nessuna traccia, ma da parte degli inquirenti c’è ottimismo sulla possibilità di risalire anche a lui. Ora si trovano nel carcere di Siracusa. Dovranno rispondere delle accuse di rapina aggravata, porto abusivo di pistola e di taglierino.