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Ponte Giovani: come spendiamo il bonus cultura?

Il mondo giovanile è molto giudicato, ma poco conosciuto, anzi quasi ignorato. Gli adulti poi, ormai poco inclini ad un vero confronto educativo, se la cavano con i soliti luoghi comuni, per cui i giovani sono teppisti o bamboccioni. Insomma: in un tempo in cui tutti, anche i sessantenni proclamano la loro giovinezza, nessuno ascolta veramente i giovani. Per questo nasce il Ponte Giovani, un modo per aprire un canale, uno spazio del giornale dedicato a dar loro voce.

La loro prima inchiesta è:

18App ecco come spendiamo il bonus cultura

di Lucia Zoffoli

Tutti i diciottenni a cui ho chiesto cosa pensassero del bonus cultura di 500 euro introdotto da Renzi nel 2017, mi hanno risposto che è complicato. E limitato. Questo c’era da aspettarselo: quale Stato darebbe 500 euro a dei ragazzini senza alcun vincolo di spendibilità?

Come funziona in pratica?

Al compimento dei diciotto anni ci si deve iscrivere a 18app usando uno Spid, ossia un’identità digitale univoca e riconosciuta dalla Pubblica Amministrazione. Dopo la registrazione si possono iniziare a creare buoni fino al valore massimo di 500 euro. Fin qui sembra facile e cristallino, una serie di operazioni che i ragazzi sono più che abituati a compiere con gli smartphone: scarico l’app, mi registro, la uso.

Invece creare lo Spid si è rivelato meno immediato del previsto: bisogna passare attraverso delle società private, gratuite o a pagamento,- indicate sul sito 18app-.it -o recarsi alle Poste. Una volta completato il procedimento, però si entra in possesso del proprio tesoretto. Poi ci si abitua a tutti quei passaggi man mano che lo si spende.

Dove spenderlo?

Sul sito 18app.it c’è una lista di esercenti fisici e di negozi online in cui è accettato il pagamento con “i soldi di Renzi”. Il bonus copre musei, concerti, libri, eventi musicali e spettacoli teatrali.

Per i nati del 1999 si apre, apparentemente, l’industria dei cd e dei dvd che per il diciottenni del 1998 non era disponibile; tuttavia viene subito specificato che sì si possono comprare i cd, ma per quanto riguarda i dvd solo ed esclusivamente dvd musicali. Quindi è cultura un film visto al cinema (qualunque film), ma non il suo dvd. Piccolo bug del sistema, ma, si sa, ce ne sono un po’ dappertutto.

È inoltre interessante, e pensato per evitare l’abuso del bonus, la possibilità di comprare una sola unità di ciascun bene: un solo biglietto del cinema, del museo, concerto, etc. Quindi, mi dispiace, ma niente regali o acquisti di gruppo con 18app.

Altro piccolo bug è che il bonus cultura può essere usato per alcuni eventi in discoteca (vedi la festa dei 100 giorni che, appena un mese fa, ha creato qualche polemica a Bellaria, con i ragazzi che sono finiti prima alle Iene e poi in Parlamento, per aver dichiarato di aver speso il bonus in feste e alcolici), ma non per acquistare materiale “di studio”: la cancelleria o un computer per studiare. Certo con il computer puoi farci mille altre cose, ma la discoteca?

Rimini e dintorni

Come per ogni altra città, anche per Rimini è possibile trovare sul sito 18app.it la lista dei luoghi fisici, divisi per categoria (libri, formazione, musica registrata, cinema, musei, eventi culturali, teatro e danza, e concerti), in cui è possibile spendere il bonus. Per i “libri” c’è un fronte abbastanza forte in cui si trovano Caimi, Comet, Centro Commerciale I Malatesta, Libreria del Professionista, Jaca Book, Libreria Riminese, Mondadori, Feltrinelli e Viale dei Ciliegi. Come “cinema” troviamo solo Le Befane, mentre per i “concerti” sono segnalati i Palacongressi, il Teatro Novelli e il Teatro degli Atti, questi ultimi menzionati anche nella sezione “teatro e danza”. Per gli “eventi culturali” viene segnalata la libreria Viale dei Ciliegi, probabilmente per la rassegna Mare di Libri che organizzano tutte le estati; per i “musei”, invece, Domus del Chirurgo e Museo della Città. La “musica registrata” invece si può trovare alla Comet, alla Feltrinelli e all’Ipercoop I Malatesta. Per quanto riguarda la sezione “formazione” sono segnalate l’AIBSE British School e la Music Academy Rimini.

Uscendo da Rimini, l’offerta è meno ricca, gli altri comuni si sono tirati indietro, alcuni proponendosi solo per una o due categorie. Santarcangelo si propone solo nella “formazione” con Helen Doron, una scuola di inglese con corsi per ogni fascia di età, anche se ci si aspettava di trovarlo per il teatro, vedi Santarcangelo dei Teatri. A Bellaria invece il Teatro Astra è inserito nel “teatro e danza” e troviamo anche la cartolibreria Gurugù per i “libri”. Verucchio rimane invece completamente fuori (anche se poteva inserire il Museo Villanoviano) e anche Coriano che avrebbe potuto inserire il teatro Cor.Te. Riccione cerca di coprire più categorie possibili: per i “libri” troviamo Comet, Coop Berlinguer, libreria Bianca e Volta, i due punti Mondadori e Righetti SAS. Il “cinema” è il Multisala Cinepalace. La “musica registrata” è acquistabile presso la Comet e la Coop Riccione Berlinguer. Lo Spazio Tondelli è invece segnalato sia per i “concerti” sia per “teatro e danza”. A Cattolica i due punti forti sono il Teatro della Regina e il Salone Snaporaz, entrambi presenti nella categoria “teatro e danza”; il Teatro della Regina compare anche nei “concerti”, mentre lo Snaporaz è segnalato anche per “eventi culturali” e “cinema”. I “libri” invece sono disponibili ibreria del Giardino di Gulliver, Mondadori e Rapsodia.

Il piatto dell’offerta per quanto riguarda i negozi fisici del nostro territorio non è molto ricco, in fin dei conti. Già si sono riscontrati dei cambiamenti, delle aggiunte rispetto agli anni scorsi e magari, andando avanti, tutti i comuni riusciranno ad attivare almeno una categoria.

E online?

Si sa che sul web i confini e le regole tendono a essere più sfumati. Già abbiamo visto che si pagano i biglietti della discoteca con 18app, su internet si compreranno solo libri e cultura? Per sapere che cosa effettivamente si può acquistare nei negozi che si sono resi disponibili sul web è necessario avere le credenziali di accesso, mentre è pubblica la lista degli esercenti che aderiscono. Inoltre per comprare su Amazon la procedura si modifica perché bisogna trasformare il buono creato con 18app in un buono amazon. Le spese di spedizione sono sempre a parte, perché usando il bonus il carrello rimane tecnicamente sempre a “zero” e non si può usufruire delle spedizione gratuita sopra i 29 euro.

Il bonus cultura mi sembra un po’ come i soldi che nonna ti passa sottobanco quando vai a trovarla: sempre ben accetti, ma con un pizzico di imbarazzo. Se poi aggiunge “Così ci prendi quello che ti piace” è ancora peggio. Mi sembra una mancia guadagnata per non aver fatto niente, datami semplicemente perché sono una brava nipote che è passata a trovarla. E forse ci ero andata solo per caso o perché costretta. Ovviamente quei soldi poi li spendo con una leggerezza diversa: non me li sono dovuta guadagnare, non mi hanno richiesto fatica. Giusto una risata a una battuta noiosa, forse. I 500 euro sono qualcosa che nessuno si può guadagnare. Ti vengono assegnati d’ufficio. “Hai diciotto anni, bravo, sei grande, eccoti i soldi, hai un anno e mezzo per spenderli, ma solo in questi posti.”. Basta questo a promuovere la cultura? È sufficiente un bonus per convincerli a leggere o ad andare a teatro o a visitare un museo? Forse sì. Sono più incentivati a spenderli se non sono soldi loro, come la paghetta di nonna. Mi sembra che abbiamo dato un prezzo e un tempo alla cultura. E cosa fai quando finisce quell’anno e mezzo? Quanto ti interessa la cultura, dopo?
Inoltre per 20-30mila neo-maggiorenni sono anche stati stanziati fondi dalla Commissione Ue per permettere ai nati nel 2000 di ottenere gratuitamente un pass di Interrail. Questa iniziativa vuole promuovere la conoscenza delle culture e dare l’opportunità ai giovani di ampliare i loro orizzonti. Un pass per visitare uno o più paesi a tua scelta. I viaggi sono una categoria esclusa dal bonus cultura: puoi prendere il biglietto per una mostra a Palermo, ma poi ci arrivi coi soldi tuoi. Si chiama compromesso. Si chiama fatica. Forse questi incentivi sono la spintarella che ci serve per fare il primo passo, ma la domanda rimane. Basterà?