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I detenuti della Casa Circondariale di Rimini coinvolti in lavori socialmente utili

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 16 mag 2018 13:06 ~ ultimo agg. 15:56
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Comune di Rimini e Casa Circondariale di Rimini hanno stipulato una nuova convenzione per consentire a cinque detenuti di svolgere lavori di pubblica utilità sul territorio.  I detenuti, individuati dall’Equipe Osservazione e Trattamento della casa circondariale, saranno chiamati a svolgere attività non retribuite come cura e manutenzione del verde, recupero e pulizia del demanio marittimo, manutenzione delle strade pubbliche e dei muri della città, in particolare per la rimozione di graffiti e scritte. Puliranno i graffiti e le scritte che deturpano gli immobili della città, si occuperanno del verde pubblico, di piccole manutenzioni: un modo per contribuire alla vita della comunità, lasciando per qualche ora il carcere, e rafforzare quel percorso di recupero e rieducazione che – ricorda l’AMministrazione Comunale – è tra i fini ultimi della pena detentiva. Saranno inoltre coinvolti nella cura e nel controllo degli animali d’affezione ricoverati nelle strutture comunali e in altre prestazioni di lavoro di pubblica utilità pertinenti la specifica professionalità del detenuto.

Il Comune, insieme alla Direzione della Casa Circondariale, definirà il programma di lavoro con cadenza mensile, indicando tipologia, luoghi e orari di lavoro. La convenzione, il cui schema è stato approvato ieri dalla Giunta comunale, avrà durata di due anni, rinnovabile a seguito accordo tra le parti.

“Ci sono anche studi scientifici che dimostrano come i progetti di studio, lavoro e formazione quali misure integrative o alternative alla permanenza in carcere diminuiscano la recidiva e cioè il fatto che chi ha commesso un reato possa delinquere di nuovo una volta scontata la pena in cella – spiega il vicesindaco Gloria Lisi Crediamo fortemente nel valore di questa convenzione: dare la possibilità ad alcuni detenuti di dare il proprio contributo alla vita di comunità, mettersi all’opera facendo qualcosa di utile, come ad esempio ripulire i muri e gli immobili o prendersi cura di un pezzetto della città, può essere decisivo nell’ambito di un percorso di reintroduzione nella comunità stessa e magari di avvio ad un lavoro una volta espiata la pena. Ed è importante anche per avvicinare la città al mondo e alla realtà del carcere”.