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Giovani Rimini

Anche a Rimini arriva l'app Youpol a tutela dei minori

In foto: Youpol
Youpol
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 6 minuti
mar 15 mag 2018 13:24 ~ ultimo agg. 13:44
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E’ stata presentata questa mattina al Liceo Einstein di Rimini YouPol, la nuova App della Polizia di Stato, attiva a Rimini proprio da oggi, e scaricabile direttamente sul proprio smartphone da Apple Store e Play Store. L’applicazione rappresenta il nuovo strumento informatico predisposto dalla Polizia di Stato a tutela dei minori o comunque dei ragazzi. Youpol consente di inviare segnalazioni alla sala operativa della Questura, anche in via anonima, se si è testimone o si è venuto a conoscenza di episodi di bullismo o traffico di stupefacenti. L’utente avrà anche la possibilità di effettuare una chiamata di emergenza, utilizzando un pulsante ben visibile di colore rosso, alla sala operativa della provincia nella quale si trova.

La Polizia di Stato con YouPol desidera coinvolgere gli adolescenti e responsabilizzarli sul rifiuto del consumo della droga e di ogni forma di violenza, realtà che troppo spesso restano sommerse e che sono fonte di emarginazione e grande sofferenza.

Dall’avvio del progetto ad oggi, i download effettuati sono stati più di 118.000, le segnalazioni per casi di bullismo 1152, quelle per uso di sostanze stupefacenti 2132, per un totale di circa 3283 segnalazioni giunte in Questura solo attraverso l’uso di YouPol.


La sintesi presentazione (a cura della Questura di Rimini)

La presentazione ufficiale è stata effettuata stamattina dai Vice Questore Aggiunto dr. Cristian Magliarisi, il Commissario Capo, dr. Francesco Monterisi, rispettivamente dirigente e vice dirigente dell’Ufficio prevenzione Generale e soccorso pubblico e dal personale esperto dell’Ufficio minori della Divisione Anticrimine dinanzi ai circa 200 ragazzi del liceo Scientifico “Einstein” di Rimini.

In occasione della presentazione dell’applicazione a Roma, il Ministro dell’interno Minniti ha sottolineato che il cuore della questione è che denunciando questi atti di violenza, non stiamo rompendo nessun patto d’onore, ma stiamo facendo l’opposto: stiamo aiutando una persona in difficoltà che sta subendo violenza e che potrebbe rimanere segnata da questa esperienza e, dall’altro lato, stiamo anche aiutando chi la commette ad abbandonare questi atteggiamenti che a loro volta lo possono segnare e condizionare nella sua vita da adulto. Non vogliamo ragazzi eroi, ha proseguito sempre il Ministro Minniti, ma persone che pensano di fare del bene a loro stessi denunciando simili atti di violenza. Perché la felicità di ciascuno di voi – ha detto rivolgendosi ai ragazzi in sala – non può essere mai determinata dalla infelicità di chi vi sta accanto.

Su questo punto è convenuto anche il capo della Polizia Franco Gabrielli, rassicurando anche gli studenti sulla sensibilità che le forze dell’ordine metteranno nella trattazione dei casi. Il percorso prevede di aiutare anche i bulli a modificare i loro atteggiamenti aggressivi.

Gli alunni del Liceo Einstein incuriositi del funzionamento dell’applicazione hanno rivolto diverse domande sulle modalità di funzionamento dell’applicazione. Una delle prime domande è stata quella diretta a conoscere elementi in ordine ai presidi informativi previsti a tutela della riservatezza e anonimato del segnalante. I ragazzi sul punto sono stati immediatamente tranquillizzati dagli agenti che hanno precisato che l’applicazione, già nel momento in cui invia la segnalazione, “dimentica” la posizione GPS e l’identità informativa del segnalante (fermo restando che eventuali abusi potranno essere sempre perseguiti con l’utilizzo dei tradizionali metodi investigativi già a disposizione delle forze di Polizia). Al fine di evitare un abuso del sistema, i poliziotti hanno pure specificato che gli agenti provvederanno ad acquisire ogni informazione utile e i necessari approfondimenti prima di effettuare eventuali interventi.

I poliziotti hanno pure specificato che l’applicazione costituisce un importante dispositivo di prevenzione di fenomeni delittuosi e prossimità, attraverso un incremento e diversificazione dei canali comunicativi istituzionalmente già esistenti.

La giornata di oggi rappresenta l’ennesima tappa di un percorso educativo in cui al centro sono posti i giovani e la loro tutela.

Soltanto la settimana scorsa, infatti, presso il Centro Andrej Tarkovskij di Rimini (Via Brandolino, 13) organizzato dalla Prefettura in collaborazione con la Questura e con l’Ufficio Scolastico Territoriale, si è tenuto un incontro dal titolo “Per una volta…le scelte che cambiano la vita”.

La riflessione sul duplice tema “alcool e giovani” e “droga e giovani”, quali binomi ad alto rischio con il comune denominatore dei giovani, ha rappresentato non solo un momento di analisi dei profili problematici propri della società contemporanea, ma anche una opportunità per meglio comprendere cause ed effetti dell’uso (di droga) e dell’abuso (di alcool) sia sull’organismo umano che all’interno delle relazioni sociali.

E’ stato il Prefetto Gabriella Tramonti ad introdurre la giornata di studio, ringraziando innanzitutto i numerosi studenti presenti – con i quali ha evidenziato la personale esigenza di tenere con loro un rapporto privilegiato – e sottolineando l’assoluto valore della collaborazione iter-istituzionale con l’Ufficio Scolastico Territoriale e con la Questura co-protagonisti, ma anche con Enti Locali ed altre realtà territoriali che hanno palesato una non comune sensibilità.

Il Convegno, al quale hanno preso parte Autorità civili, Amministratori Locali, Forze di polizia e militari, Istituti Scolastici, dipendenti di uffici pubblici e personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno in servizio presso la Prefettura e presso la Questura, ha vissuto su due momenti distinti per tipologia ed attuazione, ma profondamente uniti per contenuti.

Il primo, curato dal giornalista e “cantastorie” (come ama definirsi in luogo dell’anglofono ed abusato “storyteller”) Luca Pagliari – capace di suscitare suggestioni ed emozioni nel pubblico presente di ogni fascia d’età -, il quale attraverso la narrazione della storia vera di una ragazza delle valli orobiche, promessa campionessa dello sci e tenace testimone di forza di volontà e determinazione, ha reso “palpabile” l’importanza di ogni singola scelta umana posta dinanzi ad un bivio.

“Per una volta” Kristel, questo il nome della ragazza di sane abitudini e di grandi obiettivi di vita, ha scelto di optare per l’assunzione di sostanze psicotrope in una serata in discoteca in cui veniva festeggiato il 18° compleanno di un’amica.

Per quell’unica volta Kristel, ad appena 19 anni, ha pagato con la propria vita e oggi di lei vivono gli organi che i genitori hanno concesso di donare.

Dotarsi di strumenti di conoscenza è fondamentale per poter affrontare realmente le implicazioni sociali e le incidenze negative che alcool e droga esercitano, inconfutabilmente, sulla formazione dei giovani, minandone di fatto anche le capacità di potersi pienamente esprimere e di saper operare scelte consapevoli per il loro futuro.

Con questo spirito si è quindi passati alla seconda parte della giornata seminariale, con un momento di conversazione – moderato dallo stesso giornalista, già protagonista di iniziative con la Polizia di Stato  – in cui il dott. Stefano Celli, Sostituto Procuratore di Rimini; il dott. Maurizio Improta, Questore di Rimini; la dott.ssa Olga Levchyshyna, Dirigente Medico Serv. 118 Emergenza Territoriale di Rimini; la dott.ssa Franca Gentilini, Biologa dell’Istituto Oncologico Romagnolo e la dott.ssa Nives Giola, Funzionario Assistente Sociale della Prefettura di Rimini, hanno potuto corrispondere – attraverso le diverse competenze ed esperienze – ad una serie di interrogativi di diffuso interesse.

Il Questore Maurizio Improta ha sottolineato (ricordando anche il caso del quindicenne Lamberto Lucaccioni deceduto per droga mentre stava trascorrendo una serata in una discoteca riminese), come il problema sia decisamente di natura culturale/imprenditoriale dal momento che, rispetto al profitto, anche gli imprenditori (gestori di discoteche, organizzatori di eventi, etc.) chiudono gli occhi fingendo di non vedere realtà a volte drammatiche che ben conoscono ed ha evidenziato i diversi obiettivi in campo perché “la nostra è un’impresa che fa sicurezza, mentre l’altra è un’impresa che fa soldi”.

Il Sostituto Procuratore Stefano Celli ha invece posto l’accento sull’apparente “normalità” di coloro che commettono determinati generi di reati, rendendo ben visibile la circostanza che per scelta essi “hanno messo un piede di là piuttosto che di qua” ed invitando, pertanto, i giovani presenti a compiere la scelta giusta.

Il Dirigente Medico del Servizio 118 Olga Levchyshyna, dalla casistica occorsole, ha rilevato come non di rado i giovani mostrano di avere una visione della vita “da cartone animato” e, dopo aver scientificamente affermato che non esistono sostanze psicotrope (anche quelle comunemente definite “leggere”) che non provocano danni cerebrali, ha invitato gli studenti presenti a fare “un passo avanti”, anche da testimoni, fornendo informazioni utili sul verificarsi di specifiche circostanze che purtroppo possono finire in tragedia (come nella vicenda narrata da Luca Pagliari, in cui gli “amici” hanno semplicemente accompagnato la ragazza a casa…dileguandosi).

La Biologa Franca Gentilini ha, invece, posto l’accento sull’incidenza negativa che l’uso di sostanze stupefacenti o l’abuso di alcool hanno sullo sviluppo bifasico dei giovani (emotivo e cognitivo) ancora in pieno compimento, evidenziando le positive esperienze della peer-education capace di avvicinare i giovani ad una maggiore consapevolezza, attraverso momenti cognitivi condotti da altri giovani (appositamente formati) in grado di usare un linguaggio “alla pari”.

L’Assistente Sociale Nives Giola ha, altresì, rimarcato la necessità di porre un limite alle estrinsecazioni dei giovani (o, comunque, degli individui in genere) in quanto “mentre la mancanza genera desiderio, il vuoto genera angoscia” ed ha richiamato l’attenzione sull’esigenza di restituire consapevolezza all’attuazione delle azioni e dei gesti. Prima dei saluti del Prefetto, che ha annotato l’estrema attenzione con la quale gli oltre quattrocento presenti e, in particolare, gli studenti, hanno seguito l’intero evento, il convegno si è concluso con un video di grande impatto realizzato dalla Questura di Rimini e integralmente ideato e curato dal Sovrintendente della Polizia di Stato Eraldo Lunedei.


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