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Uomini maltrattanti, l'altra faccia della violenza

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 27 apr 2018 10:36 ~ ultimo agg. 30 apr 10:52
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Parliamo di violenza sulle donne, ma questa volta la prendiamo da un altro punto di vista, dal punto di vista degli uomini. Perché se è vero che la violenza di genere colpisce le donne è altrettanto vero che si tratta di un problema dell’uomo. Cosa si deve fare, allora? Si devono aiutare gli uomini che usano violenza nei confronti delle donne? Questa non è una cosa semplice da dire, non è facile spiegare e raccontare che gli uomini che picchiano e abusano hanno bisogno di un aiuto per non farlo più o semplicemente per prendere coscienza di quanto hanno fatto, evitando un comportamento recidivo. Ovvio che si sta parlando in termini generici e che le situazioni di violenza vanno tutte, e sempre, analizzate caso per caso.
Detto questo, può forse dirsi coraggioso il progetto riminese di aprire, in città, uno sportello di ascolto per uomini maltrattanti (DireUomo) o forse può dirsi opportuno visto che colma un vuoto in un tessuto sociale che da anni si occupa di violenza di genere, seppur guardandola dal punto di vista femminile?

Lo sportello si configura come spazio d’ascolto clinico e terapeutico del disagio relazionale maschile. “L’iniziativa nasce nell’ambito del contrasto alla violenza di genere – spiega il presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Dire Uomo, Vincenzo Vannoni – che se da un lato ha visto un’efficace sensibilizzazione della comunità con la nascita di associazioni mirate al supporto delle donne vittime di violenza, dall’altra ha segnato un vuoto nella necessità di intervenire con l’uomo maltrattante. I comportamenti violenti e aggressivi, in famiglia e nelle relazioni, rivelano l’incapacità dell’uomo di instaurare rapporti affettivi sani. Il lavoro con gli uomini intende promuovere un atteggiamento maschile consapevole, sviluppare la capacità di costruire relazioni affettive sane e ridurre la possibilità di recidive”.

Abbiamo parlato approfonditamente con Vincenzo Vannoni per farci spiegare meglio chi sono le persone che intraprendono questo percorso, quali sono le loro consapevolezze, quali tipologie di intervento vengono fatte e quali sono i risultati.

Vannoni, io direi di partire dal principio: da dove nasce la necessità di uno sportello dedicato agli uomini maltrattanti.
“Il fenomeno della violenza di genere è complesso e come tale deve essere trattato. Rimini (ma accade così anche in tutt’Italia, ndr) è molto attiva sul fronte della messa in sicurezza della donna che subisce violenza. Questa è la prima cosa, è sacrosanta ma abbiamo pensato che si potesse agire anche sulla possibilità di ridurre le recidive facendo un lavoro su chi quella violenza la agisce”.

Chi sono le persone che possono rivolgersi a DireUomo?
“In realtà noi stiamo già lavorando con due persone. Si tratta di uomini che sono arrivati da noi perché segnalatici. Questa è una particolarità del lavoro sui maltrattanti. Mentre le donne si presentano consapevolmente alle porte di un centro antiviolenza chiedendo aiuto; nel caso degli uomini sono sempre gli altri a indirizzarli verso un recupero. Non dico che sono obbligati ma fortemente suggeriti da chi si preoccupa della loro posizione penale. Non è mai un’azione personale, un atto volontario”.

 

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