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Economia Provincia

Privacy. CNA chiede tempo per adeguarsi a nuovi obblighi

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 21 apr 2018 13:31 ~ ultimo agg. 13:36
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Dal 25 maggio entreranno in vigore le regole a protezione della privacy previste dal nuovo regolamento dell’Unione Europea 2016/679. Una normativa impattante – spiega la CNA riminese – nella quotidianità di aziende, professionisti ed enti pubblici che dovranno infatti adeguarsi alle novità introdotte, recepire i nuovi strumenti e quindi pianificare e realizzare i nuovi adempimenti richiesti. Per chi non si mette in regola previste pesanti sanzioni.
A testimoniare la preoccupazione e l’interesse sulla tematica tanto il folto pubblico all’incontro organizzato da CNA Rimini “Nuova privacy europea e sicurezza informatica”. Afferma il Presidente di CNA Rimini, Mirco Galeazzi: “Artigiani e piccole imprese ancora una volta sono sotto il tallone della burocrazia. Se non saranno attuate adeguate contromisure l’impatto delle norme sarà estremamente complicato da gestire. Parliamo di tutela della riservatezza e delle pesantissime sanzioni che tra poco più di un mese, il 25 maggio, colpiranno tutte le imprese che non si saranno adeguate al complesso – e per molti aspetti cervellotico -Regolamento europeo sulla privacy, detto Gdpr”.
La normativa vuole arginare il fenomeno del “Cyber Crime” che va dall’accesso non autorizzato o hacking della mail o del profilo social, il furto d’identità, frode con carta di credito, furto d’informazioni di pagamento dal telefono, acquisti on-line truffa, trasmissione di visrus, fino addirittura la perdita di un lavoro o una promozione per post sui social caricato da altri. La nuova privacy europea per proteggere i dati entrerà in vigore il 25 maggio e pone l’accento in maniera forte sulla “responsabilizzazione” (accountability) di titolari e responsabili che vengono chiamati a dimostrare l’adozione di concrete misure finalizzate ad assicurare l’applicazione del regolamento. Tutto giusto ma complicato da attuare.
 
“Le imprese si stanno preparando a tappe forzate a questi nuovi obblighi – prosegue Galeazzi – avendo sul collo la scadenza del 25 maggio, una scadenza blindata con la minaccia di pesantissime sanzioni per gli inadempienti. Purtroppo a nessuno, fra i nostri burocrati, è venuto in mente che il sistema Paese, se c’è una cosa di cui non ha bisogno, sono nuovi lacci, lacciuoli, scartoffie e quindi ulteriori costi, non produttivi, che colpiscono artigiani e piccole imprese, cioè quanti ogni giorno si dedicano alla creazione di lavoro e ricchezza diffusa. Ancora una volta la macchina burocratica rema contro. L’Italia deve assolutamente seguire l’esempio di altri paesi – conclude Galeazzi – che hanno deciso di concedere alle imprese un congruo periodo transitorio prima di applicare le sanzioni. La riservatezza è un diritto fondamentale dell’uomo ma non si può certo accusare gli artigiani, le micro e le piccole imprese di lederlo. Il caso Facebook insegna alla politica e alla burocrazia italiane, colpevolmente silenti mentre si avvicina la fatidica data del 25 maggio, che vanno cercati altrove i nemici della privacy. Occorre fermare a tutti i costi questa nuova tempesta in arrivo. E’ necessario un no forte e chiaro alle sanzioni previste dal 25 maggio”