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Attualità Rimini

Marina di Rimini. Sorci: sopravviviamo, vessati da burocrazia e cause con lo Stato

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 14 apr 2018 19:59 ~ ultimo agg. 16 apr 08:26
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L’inaugurazione della due giorni Nautiexpo al Marina di Rimini è stata l’occasione per una riflessione sulla situazione della nautica, settore che cerca di uscire da una grave crisi, e della Darsena riminese alle prese con un lungo braccio di ferro con lo Stato.

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Il Marina di Rimini è un fiore all’occhiello della città ed è considerato dagli esperti uno dei porti turistici più belli e all’avanguardia del Mediterraneo. La crisi che ha colpito la nautica a partire dal 2008 ha riversato però i suoi effetti anche sulla Darsena, pur se a scoppio ritardato. Le difficoltà sono arrivate nel 2011 e si sono acuite con alcuni provvedimenti presi in seguito dal Governo Monti. “Non possiamo dire che stiamo male ma neanche benissimo riusciamo a sopravvivere e la stagione ci permette una piccola ripresa. Almeno non abbiamo debiti. – dice il direttore Gianni SorciLe cose andrebbero meglio se non fossimo vessati dalla burocrazia e da tutte queste cause che abbiamo dovuto intentare con lo Stato per l’aumento dei canoni che sono quadruplicati. Lo Stato ha firmato contratti però poi negli anni ha cambiato le carte in tavola. Ha istituito anche l’Imu sulle darsene che dobbiamo pagare anche se non siamo proprietari perché il proprietario è proprio lo Stato al quale ne tornerà in possesso al termine della concessione.

Anche le più recenti indagini dicono che la nautica italiana ha svoltato l’angolo e si è lasciata alle spalle gli anni bui della crisi. Il fatturato 2017, con un +19%, ha confermato un trend positivo avviato nel 2014, anche se i dati pre-crisi sono ancora lontani. “Facciamo ancora i conti con i danni creati dalla politica italiana – attacca Luigi Ferretti, presidente Marina di Rimini – che ha colpito in modo violento la nautica e il settore del lusso che danno lavoro a migliaia di persone. Per non parlare delle migliaia di barche che se ne sono andate all’estero. E’ inaccettabile.