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Attualità Provincia

Gioco d'azzardo. 320 milioni in fumo nel riminese

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 18 apr 2018 13:48 ~ ultimo agg. 15:50
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Guardando i numeri dei Monopoli di Stato elaborati da Gedi, emerge che la piaga del gioco d’azzardo legale è ancora ben presente in provincia di Rimini dove nel 2016 sono stati spesi oltre mille euro procapite nelle macchinette legali. Si abbassa sempre di più l’età del primo contatto con l’azzardo. A Tempo Reale (Icaro) l’intervista a Paolo Maroncelli del progetto Slot Mob

[fvplayer src=”https://www.youtube.com/watch?v=dL5U3FHp1v0&feature=youtu.be” splash=”https://i.ytimg.com/vi/dL5U3FHp1v0/sddefault.jpg” caption=”Gioco, nel riminese 320milioni in fumo. Si abbassa sempre più l’età del primo ‘contatto'”]

320milioni spesi nel 2016 in provincia di Rimini nel gioco d’azzardo legale fatto di slot, videolottery e “gratta e vinci”. Un dato impressionante anche se, come spesso accade sul territorio, da interpretare anche alla luce della variabile turistica. Fatto sta che ogni riminese, dati alla mano, avrebbe speso oltre mille euro nel gioco. Le macchinette dichiarate sono in totale 3.351.

Guardano i singoli comuni spicca il capoluogo per ammontare assoluto di giocate con 157milioni di euro (1.055 procapite) e 1.145 macchinette. E’ Riccione però il comune con l’ammontare più alto di giocate per abitante, 1.799 euro, davanti a Coriano con 1.318 e San Giovanni in Marignano con 1.312. Bellaria Igea Marina, che dopo la Perla Verde è la realtà col maggior numero di macchinette procapite (10,1 contro 11,7), vede una spesa per abitante di 880 euro, dietro Cattolica con 931.
Quello del gioco d’azzardo è un fenomeno che tocca da vicino la vita di una comunità”, commenta in una nota il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi ricordando i 350 riminesi presi in carico dall’Ausl per ludopatia e le iniziative di contrasto messe in campo dal Comune come il marchio ‘slot – free’ per le attività che scelgono di non tenere alcun apparecchio per il gioco, il divieto di comunicazione commerciale che pubblicizzi il gioco su aree pubbliche e la mappa dei luoghi sensibili dove non è possibile, nell’arco di 500 metri, aprire nuove attività di gioco. Per cercare di sensibilizzare i più giovani è partito anche il progetto Slot Mob nelle scuole.

In tutta Italia, il 2016 ha visto andare in fumo 95 miliardi di euro (pari a 3 finanziarie) e paradossalmente a pagare le conseguenze dell’azzardo sono proprio i più poveri visto che gioca l’80% dei precari e l’87% dei cassintegrati. Con le nuove norme che definiscono le distanze minime dai luoghi sensibili l’auspicio è che si riesca a contenere il fenomeno riducendo la presenza di nuove sale.