newsrimini.it

Processo Assoform. Dopo oltre 7 anni scagionati gli imputati: il fatto non sussiste

La Giunta comunale ha approvato la proposta di convenzione tra il Tribunale di Rimini, la Procura della Repubblica di Rimini e il Comune per l’attività di custodia degli uffici giudiziari. L’atto, un nuovo accordo che subentra a quello attivo dal 2015 al 2018, riguarda l’intero 2019 e prevede che fino a quella data il servizio di custodia e manutenzione ordinaria possa essere svolto dal personale del Comune distaccato. Le attività saranno disciplinate dalla convenzione approvata, in cui sono specificati i servizi richiesti dal Tribunale e dalla Procura Generale e per il quale il Comune continuerà a svolgere attraverso il proprio personale fino al 31/12/2019.

il Tribunale di Rimini

A sette anni e mezzo dall’inchiesta, si è chiuso il processo “Assoform” che vedeva coinvolto l’ente di formazione della Confindustria romagnola. Il giudice Raffaella Ceccarelli del Tribunale di Rimini ha assolto tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. Assoform era stato coinvolto in un’indagine del 2011 della Guardia di Finanza che, ipotizzando una truffa aggravata ai danni della Comunità Europea, aveva sequestrato il supposto provento pari a 32.760 euro (ora restituita all’Ente) deferendo all’Autorità Giudiziaria l’allora presidente Manlio Maggioli, tre suoi collaboratori (difesi dagli avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini) e l’allora rappresentante legale della VELMAR SPA di San Giovanni Marignano. Assoform aveva accettato di sospendere i termini di prescrizione per arrivare alla sentenza. Secondo l’accusa, gli imputati avevano fornito dati falsi agli organi pubblici preposti all’approvazione del progetto di formazione dei lavoratori della VELMAR per raggiungere il punteggio necessario a conseguire il contributo economico. La posizione del presidente Maggioli, completamente estraneo ai fatti, è stata definita già nel corso delle indagini con decreto di archiviazione del GIP. Il lungo processo, appena terminato, ha poi dimostrato l’insussistenza del reato anche in favore degli altri coinvolti che nel corso delle indagini hanno sempre rivendicato la legittimità del proprio operato evidenziando anche l’esito positivo del progetto di qualificazione e formazione professionale, al quale partecipò un numero di lavoratori superiore a quello prospettato per l’accesso al bando pubblico.
Pertanto – si legge in una nota Assoform – risulta essere stato accertato come Assoform e i propri funzionari e dipendenti abbiano operato con estrema correttezza e nel pieno rispetto delle norme”.