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Attualità Rimini

Riminesi longevi. Lisi: qualità della sanità determinante

In foto: l'ospedale Infermi di Rimini
l'ospedale Infermi di Rimini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 20 feb 2018 15:01
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Dopo la pubblicazione dell’osservatorio che vede i riminesi tra i più longevi d’Italia, secondi solo ai fiorentini il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi mette in fila alcuni dati del servizio sanitario riminese, elemento trainante della longevità.

Per quanto riguarda la cardiologia, il Ministero segnala che un cittadino riminese che si reca presso l’Ospedale Infermi ha il 30% in meno di probabilità di ‘decesso a 30 giorni dopo un episodio di infarto’ rispetto al cittadino medio italiano; oppure che un cittadino che si reca presso l’Ospedale Infermi ha il 48% in meno di probabilità di ‘decesso a 30 giorni dopo un episodio di infarto’ con esecuzione di angioplastica coronarica entro 2 giorni rispetto al cittadino medio italiano; oppure un cittadino che si reca presso l’Ospedale Infermi ha il 36% in più di probabilità di essere trattato con angioplastica coronarica entro 2 giorni dopo un episodio di infarto rispetto al cittadino medio italiano.

Rispetto la cura del femore. Un cittadino che si reca presso l’Ospedale Infermi ha il 16% in più di probabilità di essere operato entro 2 giorni dopo un episodio di frattura del collo del femore rispetto al cittadino. Un cittadino che si reca presso l’Ospedale Infermi ha inoltre il 36% in meno di probabilità di ‘decesso a 30 giorni’ dopo un ricovero per insufficienza renale cronica rispetto al cittadino medio italiano.

C’è poi l’ampio capitolo della presa in carico delle persone anziane. La geriatria di Rimini – ricorda la Lisi – nel corso del solo 2017 ha effettuato oltre 1.400 ricoveri con degenza media di 11 giorni, che rappresenta un indicatore allineato alle migliori realtà cliniche. L’età media dei ricoverati si attesta tra gli 84 e gli 85 anni, con una lieve prevalenza delle donne rispetto agli uomini. Un reparto che ha da poco visto la nomina del nuovo primario. “Ma oltre ai numeriaggiunge, a fare la differenza è la nascita di percorsi ad hoc per le principali patologie e anche per la presa in carico delle persone anziane che, nel corso degli anni, ha implementato l’offerta sanitaria nel Riminese, non solo a livello ospedaliero”. Dal 2008 è attivo il “Noa” (nucleo operativo aziendale per la continuità assistenziale), un servizio pensato per l’assistenza domiciliare di persone che vengono dimesse dall’ospedale ma che hanno ancora bisogno di essere seguite con percorsi protetti.  C’è anche il servizio di telesoccorso/teleassistenza: le persone vengono dotate di un apparecchio da tenere al collo con un pulsante, se l’utente lo preme scatta un segnale alla centrale del telesoccorso in cui ventiquattro ore al giorno risponde personale addestrato per sentire qual è il problema e attivare gli eventuali percorsi di assistenza. Il servizio di teleassistenza invece prevede periodiche telefonate di operatori addestrati ad anziani fragili (soli e/o con patologie) per sentire loro condizioni. Tali servizi vengono ulteriormente implementati durante le emergenze meteoclimatiche (ondate di caldo in estate e di freddo in inverno) grazie ad una “mappa delle fragilità” che i servizi sociali hanno e che tengono costantemente aggiornata.

Numeri che testimoniano l’efficacia della scelta di dotare il nostro territorio di area vasta di un sistema di organizzazione sanitaria in grado di specializzare le risorse, portando eccellenze nei diversi ambiti sanitari a pochi chilometri da casa” è il commento finale di Gloria Lisi.