Indietro
menu
Rimini Scuola

Servizi per l'infanzia, priorità a minori con fragilità. Confermato obbligo vaccinale

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 7 dic 2017 12:48 ~ ultimo agg. 15:02
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min Visualizzazioni 1.270
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

La Giunta comunale di Rimini ha individuato i criteri, le modalità e le condizioni di accesso ai servizi educativi per l’infanzia per l’anno scolastico 2018/2019 . Si conferma il recepimento dell’obbligo vaccinale e si rinforza la priorità di accesso sia per i minori con handicap certificato sia per chi si trova in situazione di grave disagio familiare ed è seguito dal servizio tutela minori; confermata inoltre l’equiparazione dei punteggi tra lavoratori dipendenti ed autonomi. La novità è quella del punteggio assegnato ai nuclei incompleti, ovvero ai minori che vivono con un genitore assente per separazione e divorzio, anche per compensare il punteggio del genitore “mancante”, una casistica sempre più frequente nello scenario famigliare riminese.

L’accesso ai servizi ai nidi comunali per l’infanzia è riservata ai minori dai 3 ai 32 mesi residenti nel Comune di Rimini o in affido a famiglie residenti sul territorio comunale. L’accesso alle scuole di infanzia è invece riservata a bambini dai 3 ai 5 anni, il cui inserimento sarà diviso nelle fasce piccoli, medi e grandi, con la presenza in alcuni plessi di classi miste.Il Comune di Rimini gestisce attualmente 11 nidi e 17 scuole per l’infanzia con una capienza rispettivamente di 508 bambini ( nido ) e 1.218 ( scuola infanzia ), dando una risposta sostanziale alla domanda territoriale.

“I criteri di accesso stabiliti confermano l’attenzione prioritaria verso i minori e le famiglie più in difficoltà – commenta l’assessore alle Politiche Educative Mattia Morolli – per le quali sono previste anche sostegni di welfare. Grazie ad una lettura più dinamica e puntuale della composizione della nostra comunità locale abbiamo confermato l’equiparazione tra dipendenti ed autonomi inserita l’anno scorso, che permette a tanti nuclei famigliari – soprattutto formati da giovani coppie ma non solo – con lavori part time o a tempo determinato – una categoria in crescita – di avere gli stessi punteggi dei lavoratori a tempo indeterminato. Una lettura che quest’anno inserisce una particolare attenzione, tra gli altri, ai figli di coppie separate o divorziate.”