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Prima il campanello che suona nel cuore della notte, poi abiti e rifiuti gettati davanti al portone di casa, insulti, bottiglie rotte, vasetti di yogurt ribaltati. Quelli appena trascorsi sono stati una decina di giorni difficili per il consigliere di Fratelli d’Italia Gioenzo Renzi e per la sua famiglia. Presa di mira l’abitazione di Corso Giovanni XXIII. L’autore, un uomo con una felpa e il volto coperto dal cappuccio. L’episodio più grave nella notte di domenica quando Renzi e il figlio erano al convegno del partito a Trieste e in casa c’era solo la signora: alle 2.30 è stato gettato contro il portone di ingresso un pesante pezzo della vicina rotatoria temporanea realizzata su corso Giovanni XXIII. L’ultimo episodio, avvenuto alla mezzanotte tra lunedì e martedì, ha portato al fermo di un uomo del ’79 di origine marocchina ma in Italia da oltre 20 anni.
L’uomo fermato, spiega Renzi, avrebbe ammesso le sue colpe ed escluso qualsiasi riferimento politico. Accusato di minacce e danneggiamenti è stato processato per direttissima e condannato a 1 anno e un mese, con la sospensione della pena, e il divieto di dimora a Rimini.