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Attualità Provincia

Rimini da che parte va? Un giorno scende, un giorno sale

In foto: Rimini in cerca di un verso
Rimini in cerca di un verso
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
lun 27 nov 2017 11:58 ~ ultimo agg. 28 nov 11:13
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A confermare la tradizionale schizofrenia delle classifiche sulla qualità della vità nelle province italiane, se per Italia Oggi, nella classifica pubblicata ieri (vedi notizia), Rimini scende di 14 posizioni per il Sole 24 sale piazzandosi al 27esimo posto rispetto al 33° del 2016. Al primo posto c’è Belluno, con un punteggio titale di 583. Rimini è a 502, chiude Caserta con 370. Prima delle emiliano-romagnole è Bologna (14°). Davanti a Rimini ci sono anche Reggio Emilia, Forlì, Parma, Ravenna e Modena.

Nelle specifiche voci, Rimini è 101°, (in calo dal 98° posto), in una delle voci più critiche, giustizia e sicurezza. In particolare, resta ultima per scippi e borseggi. Stabile per rapine (106°) e furti in casa (97°); migliora la voce truffe e frodi informatiche, da 104° a 83°.

Rimini è  settima per cultura e tempo libero (in calo di una posizione). Resta seconda per librerie e spettacoli ogni 100mila abitanti, sesta per bar e ristoranti. Migliora per indice di sportività (dal 26° al 17° posto).

E’ 74° per ricchezza e consumi (in calo dal 63° posto); 15° per lavoro e innovazione (in crescita dal 28° posto): migliora il tasso di disoccupazione giovanile ma cala quello generale.

46° per ambiente e servizi (in calo dal 38° posto). Il consumo del suolo è tra i più bassi (96°). Migliora la popolazione coperta da banda larga, 36° posto (48° nel 2016)

Rimini è undicesima per demografia e società (in crescita dal 39° posto): tra i dati che si discostano rispetto all’anno scorso: Saldo migratorio interno per mille residenti, dal 10° al secondo posto; Separazioni ogni 10 mila famiglie, dal 50° al 76° posto; il tasso di natalità per 1000 abitanti, dal 24° al 48°posto.

I dati del Sole 24 Ore.


Nel suo commento, il sindaco di Rimini e presidente della Provincia Andrea Gnassi evidenzia prima di tutto la conferma dell’inafferrabilità delle realtà territoriali basandosi semplicemente su statistiche e algoritmi: “Tutto…in un giorno. Senza quest’anno neanche dovere aspettare le canoniche due settimane di distanza per procedere a commenti senz’altro motivati ma diametralmente opposti. La coincidente pubblicazione delle tradizionali due classifiche sulla qualità della vita delle province italiane mette bene in evidenza la componente ‘effimera’ del’iniziativa. Basata sì su analisi, ricerche, riflessioni e soprattutto una gran quantità di numeri ma poi, nella sostanza, sintetizzata in graduatorie agli antipodi. A dimostrazione che la ricerca del fattore ‘qualità della vita’ di un territorio non è così facile né afferrabile attraverso un mero logaritmo. Il Sole 24 Ore certifica per la provincia di Rimini un positivo salto in avanti di 6 posizioni, mettendola tra le top 30. Italia Oggi la fa scendere di 14 posti, fissandola in una posizione poco più che mediana rispetto al complesso delle province italiane.  Visto che, in discreta parte, i dati utilizzati sono gli stessi dove posiamo lo sguardo? Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Ogni anno il dibattito oscilla, con l’oscillare di queste ricerche, vere e proprie montagne russe della statistica sociale; ma andrebbe definitivamente inteso che il senso di questi lavori non è la classifica in sé (davvero un aspetto troppo facile ma alla prova dei fatti poco più che ‘ludico’) ma semmai la focalizzazione su alcuni elementi che forse indicano una fotografia più reale dello ‘stato dell’arte’ di un territorio provinciale peraltro anomalo come il nostro.

Ne cito rapidamente tre, per comodità: il dato sulle start up, quello sul consumo del suolo e la migrazione ospedaliera. I primi due andrebbero messi a specchio: da una parte abbiamo la provincia di Rimini tra gli ultimi posti per utilizzo edificatorio del territorio a causa di una situazione storica e cronica; dall’altro l’entrata nella top ten italiana di imprenditori- soprattutto giovani- che puntano su nuove tecnologie, recupero di artigianato, reti e connessioni imprenditoriali moderne e al passo con la concorrenza mondiale. Se incrociamo quest’ultimo indicatore con il calo della disoccupazione giovanile, avremo ben chiaro il quadro di prospettiva: la provincia di Rimini può e deve uscire da un modello invasivo, in buona parte orientato sul consumo di nuovo territorio e la rendita, e lo può fare perché l’alternativa è già qui, concreta e non aleatoria, fatta di imprese sostenibili, che investono in cultura, ambiente, tecnologia, servizi avanzati. Ripeto, l’alternativa c’è e quindi nessuno ha l’alibi per dire: se non tiriamo su nuovi mattoni, l’economia precipita. Questo sostiene l’orientamento di mandato dell’amministrazione comunale di Rimini che se da una parte ha dato un deciso stop al cemento, consentendo comunque con i nuovi strumenti urbanistici la riqualificazione e l’adeguamento del già costruito, dall’altro ha investito risorse consistenti sul recupero di contenitori culturali e la rigenerazione ambientale che saranno volano di un deciso innalzamento della qualità e di un conseguente incremento di attrattività nel settore turistico. Sull’emigrazione ospedaliera, si conferma quel trend positivo che, in dieci anni, ha visto la sanità riminese progressivamente recuperare sul problema dell’esodo dei pazienti altrove, e questo è avvenuto grazie a molti investimenti, alla professionalità del personale medico e sanitario e anche alle politiche di area vasta che proseguiranno nei prossimi anni in questa direzione. E’ un aspetto questo che troppo spesso passa in secondo piano ma che senz’altro ha contribuito a migliorare in un decennio la qualità della vita dei riminesi.

Sul resto è già stato detto tutto, anche di recente, vedi ad esempio il tema della sicurezza in relazione alla correzione statistica derivata dal turismo e all’attrattività di territori più ricchi e con grande afflusso di persone. Non è il caso di aggiungere altro a una discussione che si fa ogni anno su classifiche che, quest’anno e per la prima volta, mostrandosi assieme, mettono bene in evidenza le loro potenzialità e i loro limiti.”