In mattinata il presidio con volantinaggio davanti alla sede Ance di piazza Cavour, poi la conferenza stampa delle tre sigle sindacali (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) per spiegare le ragioni della protesta. I lavoratori edili da un anno e mezzo attendono il rinnovo del contratto collettivo nazionale e se l’intesa con la controparte datoriale non arriverà entro novembre, il 18 dicembre ci sarà lo sciopero nazionale.
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Il settore, tra l’altro, non vive una congiuntura semplice a livello nazionale e ancor più in provincia di Rimini: gli addetti nel 2008 erano 7.020 a settembre 2017 sono circa 3.200, un calo di oltre il 50%. Crollato, tra fallimenti, chiusure e concordati, anche il numero di imprese.
“Nel tempo – ha aggiunto Lo Russo – proprio negli appalti pubblici, da cui ci si attenderebbe il rispetto delle regole abbiamo riscontrato diverse anomalie. Per esempio l’incongruenza rilevata tra la mole del lavoro e il numero degli addetti nel corso di diverse ispezioni ai cantieri del Palacongressi e della Fiera; il caso dei lavoratori non retribuiti del Valgimigli per i quali l’applicazione della responsabilità solidale, per fortuna, ha fatto sì che gli stipendi fossero recuperati; Anthea, che non applica il contratto dell’edilizia quando concorre a gare per l’asfalto delle strade e simili”.