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Cattolica Calcio. Intervista al dirigente-tifoso Danilo Rossi

In foto: Danilo Rossi il giorno della presentazione del Cattolica Calcio 2017-'18
Danilo Rossi il giorno della presentazione del Cattolica Calcio 2017-'18
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 23 nov 2017 13:30 ~ ultimo agg. 13:32
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Il giallorosso ce l’ha nel sangue. Del Cattolica in passato è stato giocatore, ora ne è tifoso e dirigente. Danilo Rossi racconta un po’ di sè ed il momento dei ragazzi di Mirco Giorgi.

“Adesso sta andando tutto come deve andare – attacca –: facciamo risultato, lo spogliatoio è buono, i ragazzi si divertono, noi dirigenti uguale, forse anche più di loro… Abbiamo un buon mister, che è un “legante” forte e tutto va bene. Noi abbiamo un obiettivo da inizio stagione e ci proveremo, siamo partiti con quell’intenzione”.

Nel mercato di dicembre si punterà sulla linea verde.
“Angelelli è andato. Ci ha chiesto di andare via perché non trovava spazio. E noi non tratteniamo i ragazzi contro la loro volontà. Non avrebbe senso né per noi né per loro. L’eventuale rimpiazzo potrebbe essere esclusivamente un giovane, non un over. Anche perché in giro non ci sono punte “economiche” e noi là davanti gli attaccanti buoni li abbiamo già. Nell’eventualità stiamo cercando un ’99”.

Come ha vissuto la prima parte di stagione?
“L’avvio è stato un po’ negativo perché molti giocatori, come si sa, lavoravano, quindi hanno iniziato tardi ad allenarsi con i compagni. Non c’era amalgama. La squadra in agosto non era assolutamente completa, proprio per questi motivi. E ci sono state delle difficoltà. Nel calcio chi paga, si sa, è sempre il mister, quindi, anche se a malincuore, abbiamo dovuto fare una scelta. Ma non abbiamo mai mollato”.

Che campionato è quello proposto da questo girone D di Promozione?
“Questo è un campionato più che equilibrato, nel quale ogni domenica puoi vincere o puoi perdere con chiunque. Che sia livellato verso l’alto o verso il basso lo si capirà solo alla fine”.

C’è qualche squadra che teme più delle altre, in questo grande equilibrio anche nella zona alta della classifica?
“Delle squadre che abbiamo incontrato fino ad oggi se dovessi guardare i risultati direi il Pietracuta, che ci ha rifilato tre pere. Però non credo abbia una struttura per arrivare fino alla fine, a meno che non ricorra al mercato. Per il resto il Coriano è forte, anche se siamo andati là senza mister e abbiamo vinto noi. Il Del Duca Ribelle è una buona squadra, che ci ha dato tre pere in casa. Se posso fare due nomi direi Del Duca Ribelle e Coriano. Cotignola e Torconca sono altre due squadre che stanno andando bene. Ma ripeto: è un campionato molto livellato”.

E il Cattolica?
“Credo che noi dobbiamo pensare solo a noi stessi e impegnarci, metterci il cuore, l’anima, l’attaccamento alla maglia… Con la tifoseria che abbiamo è sempre un piacere. Anche se a volte creano qualche scombussolamento, i nostri tifosi ce li teniamo stretti. Squadre che ci abbiano messo veramente sotto non ce ne sono state finora”.

Come vive questo amore viscerale per il Cattolica?
“Sono dirigente e tifoso, ho il giallorosso da sempre, ho anche giocato nel Cattolica tranne qualche breve parentesi a San Giovanni e a Carpegna, ma lì ero già bello che andato – risponde Rossi –. Ho sentito l’odore della prima squadra quando facevamo la serie D. Giocavo terzino sinistro ed ebbi la possibilità di entrare in campo, che poi però non si concretizzò, quando nel Carpi, nostro avversario di giornata, giocava Salvatore Bagni. Può immaginare quanto tempo sia passato… Non potrei fare quello che faccio e provare quello che provo con nessun altro colore”.

Una volta c’era meno attenzione per i giovani.
“Adesso con la questione dei fuoriquota è molto più semplice trovare spazio – continua –. Chiaramente ne devi avere le qualità. Devi dimostrare di poter stare in prima squadra. Poi quella volta i cattolichini facevano molta fatica a giocare in prima squadra”.

A proposito di giovani, proprio domenica sul campo del Reda ha fatto il suo esordio un altro prodotto del vivaio giallorosso, Artem Hadzhula.
“Nel nostro settore giovanile ci sono ragazzi di prospettiva. Adesso bisogna vedere come loro riescono ad andare avanti e come noi, come società, riusciamo a farli andare avanti. Adesso ci sono troppi input esterni per i giovani. Una volta, quando giocavo io, c’era il “pallon” e basta. Il ragazzo nel mondo d’oggi può facilmente bruciarsi o perdersi, a volte anche per incapacità della società. Ci sono tanti fattori”.

Oltre ad Hadzhula in prima squadra gravitano altri giovani della Juniores, come Formica e Coli.
“Nonostante non stiano facendo un buonissimo campionato, nella nostra Juniores ci sono dei buoni giovani. Il prossimo anno la prima squadra attingerà molto dalla Juniores. A giustificazione dei risultati non sempre brillanti di questa prima parte di stagione c’è il fatto che giochiamo con ragazzi di un anno più giovani. Ed è stata una scelta della società, perché così cominciano a farsi le ossa un po’ prima. È una Juniores di prospettiva, definiamola così, che l’anno prossimo potrà cogliere i frutti del lavoro svolto”.

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