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Aumenta l’area commerciale a Misano. Confesercenti: una bomba contro il commercio

Non solo la discussione in atto sui nuovi spazi commerciali a San Giovanni in Marignano (si parla di circa 13mila metri quadri ma in tre lotti distinti), a creare apprensione tra le categorie economiche arriva anche la notizia dell’ampliamento dell’area commerciale del polo Adriatico di Misano. Si parla di una superficie tra i 27mila e i 32mila metri quadri nell’area che va dalla Statale alla Ferrovia. “I presupposti di questa previsione si basano su dei ragionamenti che non sono più validi – spiega Mirco Pari, direttore provinciale Confesercenti Rimini -, risalgono a 10 anni fa, e fin da allora superava le reali necessità di un commercio già saturo, poi di mezzo c’è stata la crisi che ha fatto calare i consumi”. Pari parla di una “bomba per il commercio tradizionale” e spiega che “l’intervento non si basa su degli studi sulla capacità del mercato di assorbire l’offerta, che da anni non vengono svolti, ma il Comune acconsente in cambio della realizzazione di alcune opere, come in questo caso dove è previsto che i privati si facciano carico di predisporre la viabilità e i sottopassi. Si governa il commercio attraverso l’urbanistica, in maniera illogica“.
Questi spazi commerciali – prosegue – creano situazioni artificiali, del tutto al di fuori dei contesti in cui si trovano, e chi fa turismo, come Misano e il resto della Riviera, dovrebbe essere attento al territorio perché i turisti vogliono proposte autentiche e possibilmente irripetibili“.
Dal canto suo il sindaco di Misano Stefano Giannini sulle pagine del Corriere Romagna spiega che non si tratta di un intervento speculativo e che l’indice edificatorio è molto basso. Inoltre spiega che la previsione di ampliamento commerciale è stata approvata da Provincia e Regione. “Ma è il Comune – gli fa eco Pari – che l’ha proposta e che attiva i Piani urbanistici. Dopodiché si convoca la Conferenza dei servizi che dà i pareri“.
Proprio alla provincia Confesercenti chiede di esercitare un ruolo di programmazione e coordinamento anche alla luce della nuova legge regionale che limita il consumo del territorio. Per non parlare la Legge 41 con la quale la Regione sostiene e incentiva i centri commerciali naturali e i centri storici, “poi però – conclude Pari – la grande distribuzione continua ad avanzare”.