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Classifica reati, i commenti. Sap: dati che non stupiscono; Galli (Lega): amministrazioni incapaci

repertorio

Il secondo posto della provincia di Rimini per reati denunciati non stupisce il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap). “Da anni – si legge in una nota – ci stiamo battendo per far percepire al Governo e al Dipartimento della Pubblica Sicurezza a quali gravose difficoltà è sottoposto il personale delle forze dell’ordine nel riminese”. Il sindacato rimarca come “il sacrificio delle donne e uomini del
Questore Improta abbia permesso un abbassamento delle percentuali di reati rispetto allo scorso anno”. A frenare la possibilità di scendere ulteriormente ai livelli di altre città sono i numeri, spiega il Sap facendo alcuni esempi: i 7 uomini della polstrada di Novafeltria chiamati a monitorare 300Km di strade del Montefeltro, oppure i 5 agenti della polizia postale impegnati ad affrontare le sfide del Web, le truffe, il bullismo. Numeri che il Sap definisce raccapriccianti e a cui si potrebbe ovviare con passaggio della Questura riminese dalla fascia C alla B che si tradurrebbe in un aumento delle piante organiche.


Il presidente della provincia di Rimini Andrea Gnassi non sa che pesci pigliare in tema di sicurezza. Questo il commento del segretario provinciale della Lega Bruno Galli dopo aver letto le dichiarazioni relative alla classifica del Sole 24 Ore sui reati denunciati che vede la provincia seconda dopo Milano (vedi notizia)). “È un fatto strutturale – scrive Galli – che Rimini ‘accolga’, durante l’anno, centinaia di migliaia di turisti spalmati nelle decine di località balneari della costa. E non solo. Questo cosa implicherebbe? Che per ‘natura’ il comprensorio di Rimini sia una sorta di paradiso e ricettacolo di malviventi? Che la sua vocazione turistica sia necessariamente indice di insicurezza? E tutte le altre Provincie che vivono di turismo o che perlomeno ne ‘subiscono’ l’indotto in termini di presenze aggiuntive?
Secondo Galli “sarebbe interessante verificarne l’incidenza territoriale dei reati e la frequenza mese per mese, per capire se realmente l’ago della bilancia lo facciano i turisti con le loro presenze”.
Per il segretario del Carroccio “il quadro che emerge dal report sulla criminalità nazionale non ci dice nulla di nuovo ma piuttosto rimarca l’incapacità di molte Amministrazioni, Rimini in testa, di non saper affrontare e prevenire il problema della criminalità. Sicurezza infatti, significa anche mettere in campo azioni per migliorare la vivibilità del territorio, eliminando degrado, vandalismi, bivacchi, occupazioni di luoghi pubblici, spaccio e coniugando quindi la prevenzione con il controllo dei reati. Ma servono, per questo fine, amministratori capaci e attenti. Cosa che, nel riminese, scarseggia”.